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La lettera della madre di un gesuita

Raccontiamo spesso la vita religiosa di novizi, padri e fratelli gesuiti dopo l’ingresso in noviziato, ma prima di diventare religiosi erano stati figli, fratelli, zii, affetti per molti familiari.

A volte è possibile trovare traccia del rapporto con i genitori o delle abitudini della vita da laico.

Spesso nei fascicoli personali dei gesuiti o tra le loro carte, ci sono anche lettere e foto dei propri parenti, scritte in diverse occasioni, come l’ingresso in noviziato, l’ordinazione o specifici avvenimenti. In occasione della festa della mamma leggiamo oggi insieme una lettera che la mamma di una gesuita scrisse al Provinciale della Provincia Romana, p. Porta.

Roma, 21 settembre 1951

Molto Reverendo Padre Porta,

Le parrà forse strano, il motivo di questa mia, ma qualche volta le mamme hanno delle ispirazioni, ed io seguo la mia, di rendere noto un episodio dell’infanzia del mio Paolo, a qualche membro della Compagnia di Gesù e naturalmente io ho scelto Lei, Reverendo Padre Provinciale.

In una notte della prima settimana del febbraio 1932 un bimbo di circa 10 anni, gravemente infermo, nello spasimo del dolore e della febbre invocava: «Vergine Santa, tu che sei tanto vicina a Gesù, digli che mi faccia guarire e che mi faccia sacerdote».

La notte seguente il bimbo ripeteva la stessa preghiera che la mamma annotò, conservandone gelosamente nel cuore il ricordo. Gesù esaudì subito la prima parte della preghiera del piccolo malato, che rapidamente guarì. E quest’anno a 19 anni di distanza ne ha esaudito anche la seconda parte, poiché il bimbo di allora, fedele alla divina chiamata, il 7 luglio 1951 è diventato Sacerdote di Cristo nella Compagnia di Gesù.

Con animo commosso e grato al Signore, presento a Lei Reverendo Padre Porta i miei deferenti ossequi.

Maria Bachelet

Quel gesuita era Paolo Bachelet, deceduto il 31 ottobre 2020.

Nella fotografia che accompagna l’approfondimento di oggi vediamo la famiglia di P. Puca insieme al gesuita nel giorno dell’ordinazione e la madre che bacia le mani del figlio durante la cerimonia.

Spesso la prima persona a ricevere l’ostia durante la prima messa di un gesuita era proprio sua madre insieme al resto della famiglia.

Il legame con i propri genitori è testimoniato anche dai ricordi funebri che i gesuiti portavano nel portafoglio, raffigurati i genitori, foto di famiglia, foto di figli dei propri fratelli o delle proprie sorelle.

Maria Macchi