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Gesuiti archivisti della Provincia Romana

Padre Costanzo Bizzochi SJ, archivista della Provincia Romana - Archivio Storico - Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù

Chi si è preso cura delle carte d’archivio delle province gesuitiche in passato? A chi si deve la salvaguardia di questo grande patrimonio? Inizia oggi una serie di puntate della rubrica dedicate ai gesuiti che hanno ricoperto l’incarico di archivista, in ciascuna delle cinque storiche province gesuitiche in Italia. Si tratta in tutto di cinque puntate, una per ogni storica provincia, più una sesta dedicata alla Provincia d’Italia, che pubblicheremo nell’arco di un anno.

L’arco cronologico che prenderemo in esame per ciascuna delle cinque province va dal 1814 al 1978, anno di nascita della Provincia d’Italia.

Restituire un nome ad un ruolo

Il lavoro dei gesuiti archivisti è stato svolto lontano dalla fama, tanto che il nome dei custodi dell’archivio di metà Novecento è noto solo ai confratelli più anziani. Per chi lo ha svolto tra Ottocento e Novecento si è persa anche memoria del nome e dell’incarico. Il loro apostolato sopravvive però nelle fonti. Grazie a questa puntata possiamo contribuire a scrivere una lista di nomi di gesuiti archivisti e capire qualcosa in più dell’incarico e della sua durata.

Partiamo oggi dalla Provincia Romana. Ricordiamo che nello stesso edificio, la residenza del Gesù di Roma, hanno convissuto due istituzioni gesuitiche: la Provincia e la Curia Generalizia, fino a quanto quest’ultima è stata trasferita nella nuova sede a Borgo S. Spirito negli anni Venti del Novecento.

Questo vuol dire che la carica di archivista della Provincia Romana e di archivista della Compagnia hanno convissuto a lungo nella stessa persona.

L’Ottocento

Nel nostro archivio non esiste, purtroppo, il cosiddetto “archivio della direzione”. Con questa dicitura viene chiamato solitamente il fondo prodotto dall’archivio storico spesso e costituito per lo più dalla corrispondenza dell’archivio storico dal quale si potrebbe ricostruire la sua storia e quella di tutti i suoi responsabili.

È stato quindi necessario stilare una lista dei gesuiti archivisti, a partire dal Catalogo annuale. Si tratta della prima fonte da cui inizia ogni ricerca in sala studio.

La nostra ricerca prenderà in considerazione solo la Nuova Compagnia, poiché il nostro Archivio non possiede documentazione dell’Antica.

Il primo gesuita a cui è associato un incarico come archivista è p. Joseph Silva, che nel 1815 è indicato come “archiv. Societatis et biblioth.”. È ufficialmente l’archivista della Compagnia, viveva nella residenza del Gesù di Roma. Il termine latino per “archivista” è “scriniarius” o “tabularius”, in questo caso il catalogo sottintende che il gesuita è responsabile sia dell’archivio della Compagnia sia della biblioteca. Questi termini specifici, lo vedremo più avanti, non ricorrono mai in questa fonte.

Dopo qualche anno, siamo nel 1820, l’incarico passa a p. Vincenzo Zauli che compare nel catalogo con gli incarichi di prefetto dell’archivio e censore librario, è quindi responsabile dei libri che entrano nella biblioteca. Anche lui vive nella residenza del Gesù. All’interno della stessa comunità, lo scolastico Pietro Astimagno è nominato “custos” della biblioteca degli scolastici. Fino ad un paio di anni prima lo stesso incarico era stato assegnato a Giuseppe Cernitori.

Non menzioneremo tutti i bibliotecari, incarico sempre presente nei cataloghi storici. Si può infatti svolgere la stessa ricerca che stiamo conducendo per gli archivisti, anche per i bibliotecari, avvalendosi di questa utilissima fonte.

Colui che si occupa dell’archivio è indicato, in questi primi cataloghi, come “prefetto dell’archivio”, ma anche come “custos archivi” quindi custode. Ancora oggi il responsabile dell’Archivio Segreto Vaticano ha il titolo di “prefetto dell’archivio”, ruolo attualmente ricoperto da Mons. Pagano.

Dal 1826 in poi possiamo ricostruire un elenco di nomi, quasi ininterrotto.

P. Agostino Delacroix, custos archivi, poi prefetto dell’archivio, anch’egli nella residenza del Gesù, mantiene l’incarico dal 1826 fino al 1833.

Il suo confratello, P. Luigi Ricasoli, è prefetto dell’Archivio dal 1833 ed è coadiuvato dal fratello gesuita Nicola Arcelli, per un paio di anni. Dal 1835 si aggiunge anche p. Filippo de Villefort che ricopre il ruolo di prefetto dell’archivio insieme a p. Ricasoli, ma solo per quell’anno.

Nel 1839 p. Giovanni Antonio Grassi collabora con p. Ricasoli, come suo aiutante per l’archivio. Questi gesuiti, che aiutano l’archivista di Provincia sono figure di passaggio, spesso il loro incarico ha una nomina annuale.

Nel 1844 l’incarico di Prefetto dell’archivio passa a p. Giuseppe Saverio Leziroli, fino al 1847 quando entra in carica p. Giuseppe Boero, affiancato da p. Vittorio Luigi Fabriani, che ricopre anche l’incarico di prefetto della biblioteca, fino al 1867. Sono i gesuiti che mantengono l’incarico, fino al 1873.

Dopo il 1870

Dopo questa data i cataloghi sembrano più parchi di informazioni rispetto gli incarichi di archivisti e bibliotecari, ma questa lacuna è la conseguenza di una contingenza storia. Dopo la presa di Roma del 1870, le residenze gesuitiche furono incamerate dallo Stato. La Compagnia in questa occasione perse anche una gran parte dei suoi immobili e con essi il proprio patrimonio librario, in parte anche quello archivistico. Dovette quindi riorganizzare le proprie residenze ed i collegi.

Le prime residenze risultano attive dopo il 1880. La prima nomina ad archivista che troviamo è di quattro anni più tardi ed è la conferma di un incarico, quello di p. Giuseppe Boero, già prefetto dell’archivio in passato. Dopo la presa di Roma vive presso la Pontificia Università Gregoriana.

È però l’ultimo anno di una lunga carriera, morirà infatti l’anno successivo.

Il nuovo archivista è p. Ludovico Delplace, dal 1885 vive presso la Curia Generalizia che nel frattempo si è spostata a Fiesole. Si tratta di una prima divisione tra l’incarico di archivista della Curia Generalizia e quello di archivista della Provincia Romana.

A Roma infatti nello stesso anno, lavorava con il ruolo di “prefetto archivista della Compagnia”, in una delle residenze temporanee quella a piazza Margana 21, Giovanni Battista Van Meurs. È stato, contemporaneamente, anche lettore e archivista dell’Archivio Segreto Vaticano; negli anni successivi invece si stabilisce nel Collegio Germanico Ungarico.

Non ci sono menzioni per questo ruolo di archivista tra 1890 circa e gli anni Venti del Novecento. Questo naturalmente non vuol dire che non ci fosse qualcuno preposto alla custodia e alla tenuta degli archivi. Possiamo però formulare solo delle ipotesi sull’assenza di questa informazione.

Per capire meglio la ragione di questa lacuna è necessario portare avanti una ricerca più approfondita.

Una delle ragioni potrebbe essere legate alle vicende del palazzo che ospita la residenza del Gesù.

Questo infatti era stato incamerato dallo Stato italiano e verrà restituito solo a partire dal 1924, in fasi diverse che sarebbero durate alcuni anni. Questo potrebbe spiegare perché la prima menzione del gesuita di provincia, dopo questi anni di silenzio, sia proprio del 1925.

Archivisti in singole comunità

In questo periodo troviamo però alcuni riferimenti ad archivisti di singole comunità. Non si tratta dunque di archivisti di Provincia, ma di archivisti che curano l’archivio “di casa” quello della comunità in cui vivono.

Nel 1887, ad esempio, riassegnata a p. Giuseppe Oreglia la nomina di archivista presso “Civiltà Cattolica”, in incarico che secondo i cataloghi aveva già ricoperto in passato.

Nel 1891, sempre a Villa Malta, ricopre l’incarico di prefetto dell’archivio il p. Carlo Giuseppe Rinaldi. Viene poi sostituito da p. Eugenio Polidori. Un ruolo molto avvicendato visto che nel 1893 è ricoperto da un gesuita ancora diverso: p. Salvatore Brandi. Resterà in carica per alcuni anni, sarà sostituito nei primi anni del Novecento da p. Gaspare Marii.

Dal 1911 troviamo la menzione di archivista per p. Ladislao Szczepanski, presso il collegio dei professori nell’Istituto Biblico.

Tornando indietro di qualche decennio, nel 1857 troviamo anche un archivista all’interno della casa degli scrittori “S. Pietro”: p. Giuseppe Brunengo, prefetto di archivio e biblioteca. Nel 1868 viene sostituito da p. Giuseppe Oreglia.

L’anno successivo c’è un aiutante dell’archivio della Procura Generale, presso il Collegio Romano, il fratello Gaspare Ceccati. Si tratta di incarichi che si interrompono con il 1870, solo p. Oreglia mantiene l’incarico anche negli anni successivi.

P. Busnelli è archivista presso La Civiltà Cattolica dagli anni Venti, seguito da p. Pietro Pirri, nello stesso anno in cui è prefetto degli archivi p. Giovanni Ruwet per la Pontificia Università Gregoriana. Qui sarà poi sostituito da p. Arnaldo Parenti.

Nella residenza del Gesù, durante la guerra, è archivista il p. Natale Fabrini.

Probabilmente in ogni residenza, soprattutto per quelle più grandi come il Collegio Romano ed il Collegio dei Nobili c’era un gesuita deputato alla corretta tenuta dell’archivio. Purtroppo non se ne trova traccia nei cataloghi, sarà necessario svolgere ulteriori ricerche nei documenti d’archivio.

Il Novecento

Finalmente, a partire dal 1925, nel catalogo della Provincia Romana, troviamo menzionato nuovamente l’archivista. Per la prima volta l’incarico è attribuito al Socio definito “custos archivi Provincia”. Era p. Adolfo Mariotti, coadiuvato da fratello gesuita Igino Pomeranzi. Nello stesso catalogo è indicato anche l’archivista della residenza del Gesù di Roma, p. Camillo Beccari che si occupa anche della biblioteca della comunità.

Con il cambio del Socio avviene anche il cambio di nomina dell’archivista che dal 1931 passa a p. Dino Dini, sempre coadiuvato dal fratello gesuita Igino Pomeranzi.

Il nuovo Socio è p. Michele Tandoi, sempre assistito da fratel Pomeranzi, le menzioni di responsabili per l’archivio. Poi p. Giovanni Battista Ferrante, mentre dal 1938 per Pomeranzi non risulta più la cura degli archivi. Poi Ignazio Ruggeri durante la guerra.

Nel frattempo sono menzionati una serie di gesuiti coinvolti nelle attività dell’archivio centrale della Compagnia, l’ARSI, della rivista “Archivum”, tra questi il più noto è p. Lamalle ma ci sono una decina di confratelli coinvolti in questo apostolato, segnalati nei cataloghi tra gli anni Trenta e Cinquanta. Nel dopoguerra è Socio il p. Alessandro Dall’Olio e l’ultimo a ricoprire contemporaneamente anche l’incarico di archivista.

Gli ultimi archivisti della Provincia Romana

A partire dagli anni Sessanta del Novecento, abbiamo una serie di gesuiti che hanno avuto esclusivamente l’incarico di archivista. Nessuno di loro ricopre l’incarico di socio ma sono deputati alla cura dell’archivio storico.

Il primo è P. Costanzo Bizzochi archivista di provincia dal 1965 al 1975.

Ci dicono i cataloghi che in precedenza era già stato archivista di casa per l’Istituto Massimo. A lui si deve la salvaguardia delle carte personali di p. Giuseppe Massaruti, deceduto nel 1958. Ricopre l’incarico fino alla sua morte.

Viene sostituito da p. Luigi Rubbi nel 1976 che lavora insieme a p. Lorenzo Saggin nel 1977.

Il 1978, anno della nascita della Provincia d’Italia, vede come ultimi archivisti della provincia Romana il p. Luigi Rubbi ed il fratello Mario Aldrovandi.

L’incarico di archivista della Provincia Romana, che così tanti gesuiti hanno ricoperto nel corso di più di 150 anni, non ha purtroppo lasciato molte tracce nei loro fascicoli personali.

Solo in quello di p. Bizzochi ci sono un paio di foto che lo raffigurano in un atteggiamento che avrà avuto spesso durante il suo lavoro. Egli infatti è ritratto nell’atto di leggere un libro.

Per molti dei gesuiti archivisti elencati non abbiamo fotografie, abbiamo quindi scelto quella di p. Costanzo Bizzochi a lavoro alla scrivania, che forse può rappresentarli tutti.

Padre Costanzo Bizzochi SJ, archivista della Provincia Romana - Archivio Storico - Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù

Il lavoro degli archivisti

Il fondo della Provincia Romana era l’unico a possedere un inventario, dattiloscritto non datato e non firmato, che descriveva il fondo e le unità archivistiche. Probabilmente è stato redatto dallo stesso p. Bizzocchi e completato dai suoi successori, sono infatti presenti annotazioni a matita con date risalenti agli anni Ottanta su versamenti dei fondi archivistici.

Non possiamo tralasciare, anche in questo campo, il ruolo dei fratelli. È infatti, fin dal 1833, un fratello gesuita ad affiancare e coadiuvare il lavoro dell’archivista. Anche se ne corso del tempo questo binomio non viene mantenuto regolarmente, possiamo annoverare quattro fratelli con il ruolo di assistente dell’archivista. Tra loro il fratello Igino Pomeranzi è stato più a lungo detentore dell’incarico, ben dodici anni.

Questa puntata vuole essere un ringraziamento al lavoro di tutti questi gesuiti. Il frutto del loro lavoro garantisce oggi ai seicento ricercatori che ogni anni si rivolgono al nostro archivio il materiale per le loro ricerche.

Nella prossima puntata ci occuperemo della Provincia Napoletana e dei suoi archivisti.

Maria Macchi