Gesuiti archivisti della Provincia Napoletana
Quali e quanti gesuiti si sono presi cura dell’archivio storico della Provincia Napoletana? Scopriamolo insieme nella puntata di oggi.
In uno dei precedenti approfondimenti della rubrica abbiamo reso omaggio a tutti i gesuiti che si sono occupati dell’archivio della Provincia Romana. Si tratta di un ciclo di puntate dedicate a tutti gli archivisti gesuiti per ciascuna storica ex provincia, per un totale di cinque puntate più una sesta dedicata alla Provincia d’Italia.
La Provincia Napoletana
L’archivio storico della Provincia Napoletana si trovava negli uffici di Provincia, presso il Gesù Nuovo di Napoli. Qui hanno vissuto gli archivisti della Provincia.
La Compagnia di Gesù ha potuto riorganizzarsi con residenze e apostolati nel Regno di Napoli e di Sicilia prima della ricostituzione ricostituzione ufficiale dell’ordine, grazie alla bolla Sollecitudo omnium ecclesiarum di Pio VII.
Nessun gesuita archivista?
Al contrario però della Provincia Romana, i cataloghi della Napoletana non ci restituiscono una mole apprezzabile di dati, anzi, la prima menzione di un gesuita archivista risale solo al 1931.
Infatti, leggendo i cataloghi di tutto l’Ottocento e della prima metà del Novecento si nota che, purtroppo, non è mai menzionato questo incarico, mentre è più frequente trovare quello di bibliotecario.
Questo dunque vuol dire che l’archivio della Provincia era in completo abbandono? Non conosciamo la motivazione dietro l’assenza di questo dato, forse chi ha compilato il catalogo non ha ritenuto utile indicare chi fosse il gesuita deputato all’archivio. La compilazione infatti, pur seguendo regole comuni, poteva variare da provincia a provincia.
Alcune possibili motivazioni
Bisogna considerare anche il contesto storico. I gesuiti che vivono a Napoli nei primi anni dell’Ottocento non avevano più un archivio storico di cui prendersi cura. La documentazione prodotta dal 1540 al 1773 era stata infatti incamerata all’indomani della soppressione dal Regno di Napoli. Probabilmente l’archivio della Curia di Napoli era costituito, nei primi anni della ricostituzione, dalla sola documentazione corrente e forse da qualche singolo documento scampato alla soppressione.
Ci sono poi altre ragioni. Ricordiamo infatti che i moti risorgimentali ed il processo di unificazione nazionale hanno portato alla dispersione quasi totale della documentazione prodotta tra primi dell’Ottocento e 1860, anno in cui Napoli è conquistata diventando parte del regno d’Italia proclamato ufficialmente a marzo del 1861.
Il fondo della Provincia Napoletana, che è oggi conservato nel nostro archivio, è particolarmente lacunoso per gli anni 1805 – 1861 ed il decennio successivo. La produzione documentaria più omogenea inizia dalla fine dell’Ottocento, quando le residenze furono riorganizzate, a distanza di alcuni decenni dall’Unità d’Italia.
Chiunque sia stato assegnato all’archivio, dopo il 1880, si è dovuto sicuramente confrontare con una situazione desolante: la maggior parte delle carte antiche erano state nuovamente incamerate durante il Risorgimento ed il lavoro d’archivio riguardava soprattutto le pratiche correnti. Sono queste le ragioni che potrebbero spiegare l’assenza di un gesuita deputato all’archivio in così tanti cataloghi storici annuali.
L’archivio storico però pian piano si sarà ricostituito, anche grazie ai fascicoli che intanto diventavano storici e non più di uso amministrativo, le carte dei gesuiti defunti ed i loro fascicoli personali. Sono arrivati in Provincia anche i fondi di residenze o scuole che venivano chiuse. Si rese dunque necessario nominare un gesuita deputato ad occuparsi di questo patrimonio.
1931: finalmente un gesuita archivista nei cataloghi
È interessante notare che il primo gesuita della provincia Napoletana legato all’archivio è un fratello, si tratta di Salvatore Cascella definito come aiutante del custode dell’archivio e del prefetto della biblioteca e vive nella residenza del Gesù Nuovo.
Non è mai specificato però chi sia il custos archivii, il gesuita con cui lavorava fratello Cascella, possiamo ipotizzare che fosse uno di quelli che quell’anno viveva nella stessa residenza.
Forse potrebbe trattarsi proprio di p. Federico Lupi, ministro del Gesù Nuovo, tra i suoi diversi impegni c’è anche quello di prefetto della biblioteca. Oppure potremmo ipotizzare che fosse il p. Socio il custode degli archivi, come avveniva più o meno negli stessi anni nella Provincia Romana, tuttavia per il Socio della Provincia Napoletana non ci sono riferimenti all’archivio.
Il fratello Cascella è menzionato ininterrottamente come aiutante del custode dell’archivio per diversi anni fino al 1948, ultimo anno in cui risulta l’incarico. Il ruolo è sempre duplice: aiutante del responsabile degli archivi e del prefetto della biblioteca che per il Gesù Nuovo è sempre il p. ministro, Francesco Lupi per tutti gli anni di attività di Cascella.
Il fratello Cascella continua però il suo lavoro di assistente del Socio anche dopo il 1948 fino alla morte avvenuta il 18 aprile 1958 a Napoli all’età di 72 anni di cui 47 vissuti nella Compagnia di Gesù, di questi ben 27 sono stati spesi come assistente dell’archivista di Provincia.
Il binomio fratello coadiutore e archivio sembra dunque riconfermato. Anche nella Provincia Romana abbiamo trovato ben 4 fratelli impegnati per lungo tempo in archivio.
Con la morte del fratello Cascella il ruolo resta vacante fino alla nomina di un nuovo archivista di Provincia, p. Francesco Meduri, nel 1958, all’incirca per dieci anni. Si sarebbe occupato dell’archivio storico per decenni, fino alla morte avvenuta nel 1983.
P. Meduri è stato l’ultimo archivista della Provincia Napoletana. Il suo successore, p. Filippo Iappelli, fu nominato l’anno seguente, quando era già stata istituita la Provincia d’Italia e dunque parleremo di lui nell’approfondimento dedicato.
Come per i “colleghi” della Provincia Romana, anche nei fascicoli personali di Cascella e Meduri non si trova riferimento al lavoro svolto in archivio. Qualche traccia emerge dal fondo fotografico: infatti p. Meduri firma alcune didascalie delle fotografie dei confratelli o appone alcune note manu propria.
Normalmente l’incarico di archivista dura pochi anni, e intorno ai primi decenni del 1900 viene affidato al Socio. Contrariamente a questa consuetudine, e come accade a p. Bizzochi a Roma nello stesso periodo, p. Meduri svolge l’incarico fino alla morte.
La prossima puntata di questo ciclo dedicato agli archivisti gesuiti riguarderà la provincia Veneto – Milanese.
Maria Macchi