I gesuiti archivisti della Provincia d’Italia
Oggi ci occupiamo di tutti i gesuiti che hanno lavorato negli archivi storici della Compagnia in Italia tra 1978 e 2017, anno della nascita della Provincia Euro-Mediterranea. Con questa puntata si chiude il ciclo dedicato agli archivisti delle storiche province italiane. Abbiamo infatti già ricordato, nei precedenti episodi, i gesuiti archivisti della Provincia Veneto Milanese, della Torinese, della Romana, della Napoletana e della Sicula.
La Provincia d’Italia
La Storia della Provincia d’Italia inizia nel 1978, con l’unificazione delle cinque storiche province.
Questa unificazione però non ha riguardato anche i fondi archivistici che, pur essendo patrimonio della Provincia d’Italia, sono rimasti a lungo nelle rispettive sedi originarie.
L’unificazione dei fondi è avvenuta solo a partire dagli anni 2000, in diverse fasi, e in modo più sistematico dal 2019, oggi è quasi terminata. Per questa ragione è stato necessario, per diversi anni dopo il 1978, nominare un gesuita archivista per ogni ex provincia, oltre a quelli incaricati del fondo della Provincia d’Italia, all’epoca ancora corrente. Ogni Provincia aveva dunque bisogno di un gesuita preposto alla cura dell’archivio storico e per le richieste da parte dei ricercatori, anche se non così numerose come quelle di oggi. Si trattava infatti, per la maggior parte, di fondi non riordinati che, anche nei decenni successivi, non ebbero mai un inventario per la consultazione. Solo oggi che i fondi si trovano tutti in un’unica sede sono stati oggetto di riordino, per molte serie è stato scritto un inventario, molti fondi sono stati ricondizionati e riordinati.
Nella puntata troverete le fotografie di alcuni di questi gesuiti.
Provincia Veneto – Milanese
Il primo a occuparsi del fondo, dopo l’unificazione, è stato p. Franco Confalonieri, segretario del vice provinciale e custode degli archivi fino al 1989 anno dell’avvicendamento con p. Carlo Scalabrin. Nel 1991 invece viene nominato p. Giuseppe Miglio, anch’egli residente a Gallarate come i confratelli che lo avevano preceduto. Se ne prenderà cura per i successivi dieci anni. Nel 2002 sarà nominato archivista p. Diego Brunello.
Provincia Torinese
P. Luigi Camolese è stato l’ultimo archivista della Provincia Torinese ed il primo custode degli archivi e bibliotecario per i primi anni di vita della Provincia d’Italia. A metà anni Ottanta l’incarico passa al fratello Giuseppe Rusnighi che viveva presso l’Istituto Sociale a Torino. Anche se meno numerosi rispetto al passato, i fratelli gesuiti sono ancora presenti in archivio come responsabili delle carte. Nel 1989 viene nominato al suo posto p. Michele Casassa che manterrà l’incarico fino al 2005.
Dai questo momento in poi i fondi della Provincia Veneto–Milanese e Torinese condividono la stessa storia. Quello della Torinese fu trasferito a Gallarate, dove già dagli anni Ottanta si trovava quello della Veneto–Milanese. Un unico gesuita archivista se ne prese cura, per lunghi anni, p. Diego Brunello, già nominato archivista per il fondo della Veneto–Milanese nel 2002, fino al 2019. Prima della loro convivenza all’interno dello stesso luogo, i due fondi erano conservati nelle sedi originarie delle rispettive province. La Provincia Veneto–Milanese aveva però cambiato più volte la propria collocazione: Lonigo, Milano, Venezia. Dalla sede di Gallarate i fondi sono poi stati concentrati nella sede dell’archivio storico della Provincia Euro–Mediterranea, a Roma. Entrambi sono in corso di riordino, alcune serie sono già state riordinate: quella dei diari di casa e dei registri della provincia, quella fotografica e quella dei fascicoli personali di defunti e dimessi.
Provincia Napoletana
Come abbiamo già ricordato nella precedente puntata dedicata alla Provincia Napoletana, p. Meduri si è occupato del fondo fino alla sua morte, avvenuta nel 1983. Al suo posto viene nominato p. Filippo Iappelli, anche lui detentore dell’incarico fino alla fine della vita, avvenuta nel 2012. Anche questo fondo è oggi conservato nel nostro archivio e in corso di riordino per la serie delle residenze. È stato già preparato l’inventario per la serie fotografica e per quella dei fascicoli personali di defunti e dimessi.
Provincia Sicula
Anche nella Provincia Sicula, come nella Napoletana, un unico gesuita ha ricoperto il ruolo di archivista per decenni. Si tratta di p. Salvo, già nominato archivista di provincia nel 1949, mantiene l’incarico fino al decesso, avvenuto nel 2000. Questo fa di lui uno dei gesuiti che più a lungo lavorarono come archivisti. Viene affiancato, nei primi anni Ottanta, da p. Calogero Gliozzo come custode degli archivi. Nel 2002, in sostituzione di p. Salvo, venne nominato p. Pasquale Calà, che ha curato il fondo fino a qualche anno fa. L’archivio della Provincia Sicula sarà oggetto di riordino nei prossimi mesi, ma è già stato preparato l’inventario della serie dei fascicoli personali di defunti e dimessi, di quella fotografica ed è in corso quello della serie delle residenze.
Provincia Romana
Il fondo della Provincia Romana è l’unico rimasto nella sua sede originaria, lì dove si era formato nel corso dei secoli, lo stesso palazzo dove intanto veniva stabilita la sede della Provincia d’Italia nel 1978 e successivamente quella della Provincia Euro-Mediterranea. Anche l’unico che, nel corso degli anni Settanta e Ottanta è stato riordinato e dotato di un inventario parziale.
Dopo la morte di p. Bizzochi, nel 1975, si sono alternati diversi padri che hanno lavorato nell’archivio storico insieme ai fratelli. Il primo è stato p. Luigi Rubbi, nel 1976, poi affiancato dal confratello p. Lorenzo Saggin l’anno successivo e nel 1978 da p. Mario Aldrovandi. L’incarico resta vacante dal 1979 fino al 1983 quando viene affidato a p. Vicenzo Pellicciotta che lo manterrà fino alla morte, avvenuta il 6 settembre 1994. L’anno successivo viene nuovamente nominato p. Lorenzo Saggin come custode dell’archivio, oltre ad essere segretario del Provinciale e incaricato della preparazione del catalogo della Provincia d’Italia. P. Saggin nel 2001 è destinato alla comunità di Bergamo e l’incarico di archivista di Provincia resta ancora vacante per alcuni anni, fino al 2006 quando viene affidato a p. Salvatore Pandolfo in carica fino al 2016. P. Paldolfo è stato l’ultimo archivista gesuita a prendersi cura del fondo della Provincia Romana e di quello della Provincia d’Italia.
Oggi l’inventario è stato integrato con quello della serie dei fascicoli personali di defunti e dimessi.
Provincia d’Italia e Provincia Euro – Mediterranea
Il fondo della Provincia d’Italia era un archivio corrente, oggi è nella fase di deposito e solo una piccola parte è da considerarsi in quella storica. I fondi archivistici infatti hanno tre fasi di vita: quella corrente, quella di deposito e quella storica. Quando sono nella fase della formazione e dell’uso per le pratiche quotidiane sono archivi correnti, come quello della Provincia Euro-Mediterranea che ha avuto inizio solo nel 2017 con l’unificazione di Italia, Malta, Albania e Romania.
Quando un archivio è nella fase di quella di deposito le carte non sono più d’uso frequente e la maggior parte delle pratiche è chiusa ma occasionalmente sono ancora necessarie per il disbrigo di alcuni affari. Il fondo della Provincia d’Italia è ancora, per la maggior parte dei faldoni, in questa fase.
La fase storica, infine, inizia a partire da quarant’anni dopo la produzione delle carte, quando la documentazione è ormai destinata alla memoria storica e alla consultazione.
Trattandosi di un fondo originatosi successivamente al 1958, quello della Provincia d’Italia, non è consultabile. Inizialmente se ne sono presi cura gli stessi gesuiti archivisti attivi a Roma. Infatti l’archivio della Provincia d’Italia si stava formando negli uffici di provincia situati nella residenza del Gesù di Roma dove era conservato il fondo della Provincia Romana e dove oggi si trova il nostro archivio storico. Dopo p. Pandolfo l’incarico era rimasto vacante per alcuni mesi.
È poi passato alla sottoscritta che è stata contemporaneamente l’ultima e la prima archivista laica della Provincia d’Italia e la prima della Euro-Mediterranea.
Maria Macchi