Passa al contenuto principale
Gesuiti
Archivio Storico
Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
News
Archivio Storico Curiosità e notizie La giornata missionaria
Curiosità

La giornata missionaria

Immagine di un gesuita seduto sopra un carro della Giornata Missionaria del 1951 a Lonigo

Nei collegi della Compagnia, solitamente nel mese di ottobre, allievi, professori e gesuiti erano molto impegnati per le attività legate alla giornata missionaria. Anche le famiglie dei convittori erano coinvolte, sia nell’organizzazione della giornata che nelle attività programmate.

La giornata missionaria non è un un’invenzione della Compagnia di Gesù ma era stata istituita già da Pio XI nel 1926. Le parole di Federico Di Roberto, allievo dell’Istituto Arecco, riportate in un articolo dell’omonima rivista dell’Istituto, descrivono molto bene in cosa consistesse:

è un giorno che si dedica specialmente ai missionari, onde richiamare su di essi l’attenzione del mondo. […] Le missioni non chiedono compassione ma interessamento.

La Compagnia di Gesù e le missioni

Il tema delle missioni è sempre stato molto sentito dalla Compagnia di Gesù. Tra i primi gesuiti ci sono stati i missionari e martiri della Compagnia spesso deceduti proprio nelle missioni.

Ogni provincia aveva la propria giurisdizione su determinati territori missionari. La Provincia Romana, ad esempio annoverava tra le sue terre di missione: Pengpu ed il Brasile; una parte dell’India e altre zone della Cina dipendevano invece dalla Veneto – Milanese, la Napoletana invece aveva giurisdizione sul Nuovo Messico ed il Colorado. Nel corso del tempo le missioni divennero vice province e poi province indipendenti, soprattutto nell’epoca della decolonizzazione e nel rispetto del clero locale che a poco a poco si sostituisce ai sacerdoti europei che spesso faticavano a imparare idiomi locali, imponendo il proprio.

Dalla fine dell’Ottocento la Compagnia iniziò a far conoscere il lavoro di tanti missionari attraverso le lettere edificanti. Si trattava di estratti dalla corrispondenza degli stessi missionari con il Provinciale che raccontavano la quotidianità delle missioni. La vita dei missionari fu poi raccontata da riviste specializzate come “Le missioni” o da inserti dedicati all’interno delle riviste delle province e dei collegi.

Cos’è la giornata missionaria?

La giornata missionaria è molto di più di un giorno dedicato al tema delle missioni e dei gesuiti che lì vivevano e operavano. Nell’ambito della giornata missionaria venivano infatti organizzati molte eventi: riffe, processioni, spettacoli a tema, conferenze, esposizioni missionarie. Uno degli scopi primari era la raccolta di denaro da destinare alla missione, ma non era né l’unico, né quello più importante.

Ogni persona poteva diventare un potenziale benefattore della missione: bastava acquistare il biglietto di una riffa, un francobollo oppure realizzare a maglia capi d’abbigliamento da vendere al mercatino o ancora prestare il proprio tempo per aiutare i gesuiti nell’organizzazione di un evento o per allestire scritte e insegne. Gli stessi allievi dei collegi si sparpagliavano in giro per le città per raccogliere donazioni. Fonti manoscritte e giornalini scolastici raccontano che, nel 1951, i ragazzi dell’Istituto Massimo di Roma si recarono a S. Pietro e a Piazza Esedra, a Roma, per raccogliere offerte. Anche le singole classi organizzarono collette o raccolte di carta da macero che fruttò delle somme consistenti. In altre scuole come l’Arecco di Genova i ragazzi fecero a gara per vendere più abbonamenti possibili alla rivista “Le Missioni”, in palio per chi ne avesse venduti di più c’era un registratore.

La giornata missionaria aveva però una duplice finalità: raccogliere fondi per le missioni ma soprattutto far sì che le missioni ed il lavoro dei missionari fossero conosciuti anche in Europa e nel nostro caso in Italia, da dove tanti gesuiti erano partiti per terre lontane.

In un’epoca priva di internet, della televisione, per la maggior parte della popolazione sarebbe stato impensabile vedere una fotografia dell’Africa, di un autoctono americano, o conoscere la vita dei missionari in Cina. Le esposizioni missionarie invece erano una finestra sulle missioni. I gesuiti mettevano in mostra: fotografie, manufatti, oggetti spediti dai confratelli missionari, tenevano conferenze per raccontare le sfide della missione.

La giornata missionaria a Lonigo e dintorni

Per comprendere quanto fosse articolata l’organizzazione della giornata missionaria riportiamo il brano del diario di casa di Lonigo che racconta quella del 28 ottobre 1951:

Alla mattina presto i fratelli coadiutori allestiscono il necessario per una pesca pro Missioni all’ingresso monumentale [della residenza] dove funzionerà pure il tirassegno, la roulette ed il “pozzo di S. Patrizio”. Un altoparlante dà un po’ di vita all’ambiente. Il tavolo della pesca è tenuto da due signorine. […] Alle nove del mattino un carro allegorico missionario coperto d’una grossa croce, quattro ragazzi vestiti all’indiana e 5 missionari in bianco ed addobbato con varie diciture e con molti opuscoli esce per le vie di Lonigo suscitando un grande interesse nel pubblico. Alle 10 arrivano tre macchine da Padova portanti i giocatori del Petrarca: l’incontro col “Lonigo” avviene alle 10 e mezze. […] Tutti i fratelli novizi e non solo questi sono in giro per le città per raccogliere offerte: hanno tutti la croce fino al collo. […] Al teatro comunale è indetto un concerto musicale composto di 24 diamoniche, martedì prossimo, ancora per le missioni.

In altre città della Provincia Veneto – Milanese gesuiti e fedeli non furono da meno e diedero vita a numerosi eventi: a Milano era attiva la Lega Missionaria Studenti del Leone XIII che diffuse il programma rivolgendosi alla stampa. Tra gli eventi organizzati dalla Lega Missionari figuravano: un raduno a Piazza Mercati, una mostra del libro missionario, un tavolo a S. Fedele per la raccolta fondi. Nella vicina Gallarate venne installata una scritta luminosa realizzata da 942 lampadine che compongono la scritta “Aiuta i missionari”. In altre città come Padova e Parma sfilarono carri allegorici.

Le necessità dei missionari

Come abbiamo visto la finalità ultima non era solo la raccolta di fondi per le missioni ma anche il racconto del lavoro dei missionari, di culture così diverse e lontane trasmesso grazie a fotografie, manufatti, disegni. In un’epoca in cui la televisione ancora non esisteva e fino agli anni Sessanta sarebbe stata ancora appannaggio di pochi, queste erano occasioni preziose per poter conoscere e scoprire il mondo. Restava però centrale la necessità di raccogliere fondi per i missionari. A cosa servivano i soldi raccolti? Quali erano le necessità dei missionari?

L’uso del denaro raccolto era spesso dichiarato nelle riviste – a cui erano abbonati i benefattori, i fedeli e le famiglie degli allievi – ed è testimoniato anche dalle fonti d’archivio.

La vita dei missionari era molto difficile, a partire dal costoso viaggio che li avrebbe condotti nei luoghi di missione. Una volta arrivati poi c’era sempre bisogno di tutto. Nella rivista “Le Missioni”, ad esempio, veniva pubblicato un inserto dedicato proprio alle richieste dei missionari: una sorta di piccola bacheca in cui venivano pubblicate le richieste dei gesuiti in missione. C’è chi aveva bisogno di cartelloni e disegni per la catechesi dei bambini, chi di un pallone per farli giocare, chi doveva riparare crocifissi o altri paramenti liturgici, chi aveva la necessità di trovare un nuovo presepe per la parrocchia, perché quello vecchio era stato bruciato dalle candele poste troppo vicino alle statuine in legno. P. Angelo Stefanizzi, missionario in India pubblicò un messaggio sulla bacheca della rivista poiché possedeva una macchina per le proiezioni ma gli mancava la lampada per farla funzionare ed era un pezzo molto costoso (ben duemila lire che nel 1951 erano una forte somma). Qualche missionario chiedeva libri da leggere la sera o copie de “L’Osservatore Romano”. Questi annunci costituiscono essi stessi delle fonti sulla vita nelle missioni, sulle necessità e le difficoltà incontrate dai missionari e sullo svolgimento del loro apostolato.

Maria Macchi