L’Antica Compagnia ed i suoi archivi

Molti ricercatori ci contattando pensando che nel nostro archivio siano presenti i fondi di collegi e province prodotti tra 1540 e 1773. Quando scoprono, non senza rammarico, che non conserviamo nessuno di quei fondi, iniziano una lunga ricerca per poterli individuare.
Per questo motivo abbiamo deciso di dedicare la puntata di oggi a questo tema, spiegando le ragioni di questa importante lacuna, che caratterizza tutti gli archivi storici delle province della Compagnia, e fornendo piste di ricerca ai chi fosse interessato al tema.
Oltre a dar conto di dove si trovi oggi la maggior parte di questo patrimonio, indichiamo anche quali siano le fonti gesuitiche e non gesuitiche più utili per ricostruire la storia della presenza dei gesuiti in determinati luoghi e la storia di residenze e collegi. Questa ricerca dovrebbe comunque essere sempre preceduta dallo studio della bibliografia.
Infatti è necessario prima verificare le pubblicazioni già disponibili, monografie e articoli, perché in nota autrici e autori citano i fondi consultati e l’istituto che li conserva.
Dopo la soppressione
L’assenza delle carte prodotte tra 1540 e 1773, periodo che in archivio definiamo della “Antica Compagnia”, è dovuta alla soppressione. Quando la Compagnia di Gesù fu soppressa, per volere di Clemente XIV, tutti gli immobili di collegi, residenze e province furono confiscati dagli Antichi Stati, Italiani ed Europei, secondo la rispettiva giurisdizione territoriale. Anche i fondi archivistici e librari che si trovavano al loro interno furono così incamerati, diventando parte del patrimonio archivistico e librario di ciascuno Stato. Di questo enorme complesso documentario oggi non sopravvive nulla nell’archivio storico della Provincia EUM, se non qualche lettera sparuta, qualche inventario di beni, ma si tratta di singole unità documentarie e non di fondi o spezzoni d’archivio. Infatti tutti i nostri fondi sono stati prodotti in seguito alla ricostituzione della Compagnia di Gesù nel 1814.
L’Unità d’Italia
Gli Antichi Stati Italiani mantennero il possesso di questo patrimonio incamerato, di cui erano diventati proprietari dal 1773, fino al 1861, anno dell’Unità d’Italia. Con l’unificazione nazionale i fondi degli Antichi Stati Italiani divennero parte del patrimonio archivistico nazionale, costituendone il primo nucleo. Per questo motivo oggi, in diverse sedi degli Archivi di Stato italiani, che ricordiamo sono presenti sul territorio nazionale nei capoluoghi di provincia, si possono trovare le carte ex gesuitiche. Non sono però gli unici istituti che, in Italia, conservino le carte prodotte da residenze, collegi e gesuiti.
Il patrimonio archivistico ex gesuitico oggi
Non possiamo infatti pensare di trovare questo ingente patrimonio tutto negli archivi di Stato, poiché ogni singolo fondo d’archivio ha avuto la sua propria storia e per trovarlo spesso è necessario ricostruire le traversie che hanno caratterizzato l’immobile del collegio o della residenza, a partire dal 1773. Per queste ragioni è molto complesso ricostruire, anche solo virtualmente l’enorme patrimonio ex gesuitico. Si tratta di un’ingente mole di carte estremamente frammentaria e molto lacunosa poiché con la soppressione, ma anche a causa degli avvenimenti che hanno portato all’unificazione nazionale, spesso le carte sono state disperse, traslocate da un posto all’altro causando la rottura dei vincoli archivistici. Questo enorme patrimonio dunque non solo non è stato ricostruito virtualmente, ma non si ha neppure una stima della sua grandezza (probabilmente diversi chilometri lineari). Ricordiamo comunque che non sarebbe più possibile richiederlo indietro poiché la proprietà è ormai passata ad altri enti: lo Stato, principalmente, alcune diocesi, privati.
Archivi di Stato
Il nostro archivio però porta avanti da alcuni anni un progetto che prevede la mappatura di questi fondi. Abbiamo iniziato consultando la Guida generale agli Archivi di Stato, un’opera imponente pubblicata tra 1981 e 1994 ancora molto utile – sebbene in molti casi i fondi abbiano cambiato sede – per censire almeno i grandi fondi ex gesuitici.
La Guida segnala infatti molti fondi di collegi e residenze, dando informazioni sulla consistenza, sulla cronologia documentaria, talvolta sulle tipologie documentarie che compongono le serie. Abbiamo integrato le informazioni della Guida con quelle riportate sia dal SIAS, il sistema informativo degli archivi di Stato sia dalle pagine web, dagli inventari online delle singole sedi degli archivi nazionali.
Spesso troviamo queste carte sotto la dicitura “fondo gesuitico” o “asse gesuitico” o ancora “azienda gesuitica”. In altri casi le carte di residenze e collegi sono confluite nel fondo delle congregazioni religiose maschili soppresse presente in molte sedi degli archivi nazionali.
Grazie al sondaggio inviato ai vari istituti abbiamo scoperto che tra gli archivi di Stato a possedere i fondi ex gesuiti più grandi ci sono quello di Napoli e quello di Palermo, mentre fondi più piccoli sono presenti in quelli di Venezia, Pesaro, Verona, Ravenna, Firenze, Roma.
Trattandosi di un progetto molto grande che prevede la verifica di fondi, spezzoni di fondi, singole unità archivistiche per ciascun istituto di conservazione su tutto il territorio nazionale, è necessario il coinvolgimento di tesisti, dottorandi e studiosi. Ci auguriamo che, leggendo questa puntata, futuri laureandi e dottorandi possano interessarsi a questo tema e decidere di intraprendere questa ricerca in collaborazione con il nostro archivio.
Negli archivi di Stato ci sono anche fondi non gesuitici ma utili per la ricerca sui gesuiti. A seconda della storia di ogni Antico Stato Italiano, delle magistrature attive al suo interno e dei suoi fondi i colleghi degli Archivi di Stato possono suggerire quali siano le carte di enti che abbiano interagito con la Compagnia per i propri scopi (riscossione tributi, registrazione immobili, registrazione di documenti).
Nell’archivio di Stato di Roma, ad esempio, si conserva il Fondo della Congregazione del Buon Governo. Si tratta di una congregazione nata per volere di Clemente VIII per amministrare meglio lo Stato Pontificio, come suggerisce il nome.
Una delle serie del fondo è dedicata proprio alle singole città. È composta da centinaia di faldoni relativi a ogni città dello Stato della Chiesa, in ordine alfabetico. Al loro interno si conservano: relazioni su confini territoriali, sugli usi civici, sull’organizzazione di particolari cerimonie. Si tratta di una fonte che consigliamo spesso ai ricercatori che studiano i gesuiti nello Stato della Chiesa tra 1540 e 1773.
Non è una fonte sufficiente a fornire informazioni, da sola, sui gesuiti ed il loro operato ma deve essere messa in relazione con altre fonti. Un altro fondo molto utile, per verificare gli immobili, è il catasto Alessandrino e ancor di più il catasto Gregoriano, il primo catasto particellare dello Stato Pontificio.
Archivi storici diocesani
Alcuni fondi o spezzoni di fondi dell’Antica Compagnia potrebbero trovarsi anche negli archivi storici diocesani. Non esiste ancora una guida per i diocesani come quella generale per gli archivi di Stato, inoltre molti archivi delle diocesi non sono riordinati. Molte informazioni sulle residenze possono trovarsi in alcune fonti conservate in questi archivi, come le visitae ad limina. Sono relazioni triennali che ogni vescovo scrive dopo aver compiuto una visita in tutta la sua diocesi. Sono destinate alla Santa Sede, mentre una copia resta nell’archivio storico della diocesi. Servivano per dar conto al Pontefice dell’amministrazione della diocesi, della spiritualità dei fedeli, di problematiche o iniziative di culto. Si tratta di una fonte molto utile per chi sia alla ricerca di informazioni sui gesuiti nel territorio perché il Vescovo visitava ogni chiesa e quindi dava dato conto, in maniera più o meno sommaria, anche dell’operato dei gesuiti e degli altri ordini religiosi presenti in diocesi. Oltre a questa fonte è sicuramente fondamentale anche la corrispondenza del Vescovo.
Biblioteche pubbliche
Anche le biblioteche pubbliche, in alcuni casi, sono oggi depositarie di una parte del patrimonio ex gesuitico. Come mai, visto che una biblioteca dovrebbe conservare i libri e non i documenti? Non è così raro, in realtà, che le biblioteche conservino manoscritti o fondi archivistici. Tuttavia il caso della Biblioteca Nazionale di Roma è particolarmente emblematico in questo senso.
Dopo il 20 settembre 1870 il Collegio Romano, così come tutte le proprietà degli ordini religiosi, fu incamerato dallo Stato. Metà dell’immobile ospitò il primo liceo pubblico della Capitale, il Visconti, che ancora oggi si trova lì, mentre l’altra metà divenne la prima sede della biblioteca Nazionale di Roma, Vittorio Emanuele. Proprio il fondo librario del Collegio Romano fu il primo nucleo della biblioteca. Quando, nel corso degli anni Settanta, fu individuata una nuova sede, quella attuale presso Castro Pretorio, la biblioteca traslocò e gli spazi furono destinati al Ministero della Cultura. Per questo motivo, ancora oggi, il fondo archivistico del Collegio Romano, insieme ai suoi manoscritti, si trova nella biblioteca Vittorio Emanuele.
La Nazionale di Roma non è l’unica biblioteca italiana a possedere materiale ex gesuitico.
Altri archivi
Il nostro progetto è proseguito attraverso un questionario inviato agli Archivi di Stato. Dalle loro risposte abbiamo appreso molte informazioni, dovute proprio agli spostamenti dei fondi successivi alla pubblicazione della Guida. Abbiamo quindi scoperto che in molti archivi storici comunali si trovano fondi ex gesuitici.
La documentazione ex gesuitica potrebbe anche essere confluita in archivi storici privati: archivi di famiglia o di singole persone. Ce lo fa pensare quello che è avvenuto a Loreto. Nel 1860 quando i gesuiti vedono le truppe “piemontesi” alle porte della città, fanno chiamare i genitori dei convittori e prima di chiudere il collegio consegnano ad alcune famiglie oggetti preziosi per evitare che cadano nelle mani dei soldati. Non possiamo escludere che nel 1773 sia avvenuto qualcosa del genere con le carte più antiche di residenze e collegi che poi siano rimaste nei fondi di famiglia.
Archivio Apostolico Vaticano
Anche presso l’Archivio Apostolico Vaticano, già Archivio Segreto Vaticano, è possibile trovare materiale ex gesuitico. Si tratta del Fondo gesuiti, segnalato anche nella guida ai fondi dell’istituto.
Questo importantissimo archivio però conserva anche tantissimi altri fondi che possono fornire informazioni sui gesuiti e le loro opere. Ad esempio per chi studia le missioni sono fondamentali i fondi delle Nunziature e per il territorio italiano anche le Legazioni.
Si conserva qui, inoltre, l’originale delle visitae ad limina che ogni Vescovo ha spedito al Pontefice nel corso dei secoli. È sempre indispensabile rivolgersi ai colleghi per avere indicazioni su altri fondi utili su questa ricerca, molti spunti possono essere offerti anche dallo schedario Garampi, presente in sala indici.
ARSI
Molti ricercatori credono che l’ARSI, l’archivio centrale della Compagnia di Gesù, conservi i fondi delle antiche residenze della Compagnia. L’equivoco nasce dal fatto che nell’istituto ci sia molta documentazione risalente all’Antica Compagnia e alcuni fondi di residenze molto antiche. Tuttavia si tratta di alcuni fondi di singole residenze, come quello della Chiesa del Gesù o del noviziato di S. Andrea al Quirinale, che, in passato, gli archivisti della Provincia Romana hanno ceduto alla Curia Generalizia. Sono dunque eccezioni e si tratta solo di poche residenze romane o di alcuni fondi particolari.
La maggior parte della documentazione risalente all’Antica Compagnia e conservata in ARSI riguarda la corrispondenza dei padri Generali. L’istituto infatti conserva le lettere ricevute dai Generali dai tempi di S. Ignazio a oggi e le minute di quelle inviate. Oltre alla corrispondenza, l’ARSI conserva anche una copia delle historiae domus ed i cataloghi storici delle Province. Si tratta però di fonti nate per essere destinate al Generale (le lettere, le historiae domus, i cataloghi per permettere a chi scrive di verificare dove si trovino i gesuiti) non di documentazione prodotta localmente da ogni residenza. Se siete interessati a gesuiti vissuti o collegi attivi nell’Antica Compagnia sono comunque fonti sicuramente utili e che consigliamo di consultare insieme al Fondo Collegia. Non contiene, come erroneamente si potrebbe credere vedendo il nome, i fondi prodotti da tutti i collegi. Considerando che nell’elenco delle buste si va da Acireale a Znoima, per un totale di 692 collegi, è chiaro che se davvero l’ARSI dovesse conservare i fondi di tutti questi collegi non basterebbe tutto l’immobile della Curia Generalizia per farlo. Esso contiene, invece, alcune carte che i collegi hanno inviato al p. Generale: atti di vendita, piante, contabilità, qualche inventario di beni. Non per tutti i collegi ci sono tutti questi documenti. Si tratta quindi di un fondo che deve essere sempre preso in considerazione ma che, anche in questo caso, da solo non è in grado di fornire informazioni sufficienti per la ricerca ma può farlo se messo in relazione con tutte le altre, citate in questa puntata.
Il patrimonio ex gesuitico dunque deve ancora essere ricostruito insieme alla storia della sua formazione e dispersione. Speriamo che questa puntata possa fornire qualche pista di ricerca agli studiosi interessati.
Maria Macchi