Lo sport in collegio

Quali sport venivano praticati nei collegi della Compagnia? E quali fonti restano oggi nell’Archivio Storico per raccontare le attività sportive a scuola?
Mancano ormai pochi giorni alla fine dell’anno scolastico, le interrogazioni sono agli sgoccioli, sempre più frequentemente i ragazzi chiedono agli insegnanti di poter uscire all’aperto e magari giocare a calcio o a pallavolo. Lo sport è, oggi ma anche in passato, una parte importante della formazione dei ragazzi iscritti nei collegi della Compagnia di Gesù.
Non di solo studio vivevano i convittori dei gesuiti: le loro giornate erano fitte di lezioni ma non prive di svaghi, dentro e fuori dalle mura del collegio: gite, recite, accademie, il giornalino della scuola da scrivere e pubblicare. Non mancava lo sport che praticavano frequentemente poiché era parte integrante del programma scolastico.
C’era grande competizione e spesso gli allievi di istituti ignaziani si trovavano nello stesso campo da gioco, da avversari. Infatti si sono spesso scontrati i ragazzini del Collegio dei Nobili di Villa Mondragone con quelli del Ricreatorio San Giuseppe o con gli alunni del Massimo. La “Dragoniana” contro la “Massimina”, come testimoniano le cronache riportate dai rispettivi giornalini e le fotografie.
Il Collegio di Villa Mondragone
Grazie alle fonti d’archivio oggi possiamo ricostruire la vita quotidiana dei convittori, in ogni aspetto.
Bisogna considerare che il collegio di Villa Mondragone ha chiuso i battenti nel 1953 e quindi molti sport più diffusamente testimoniati dalle fonti di altri collegi, non sono stati praticati in questo collegio perché ancora poco diffusi quando terminò le proprie attività.
Il primo sport praticato dai ragazzi è stata l’equitazione, retaggio delle classi sociali cui il collegio era destinato. Nel giro di pochi anni però prese subito piede il calcio e contemporaneamente la scherma. A Villa Mondragone erano poi numerose le manifestazioni di ginnastica, anche precedenti quelle del sabato fascista. Le fotografie ci raccontano questi sport ma le fonti documentarie offrono maggiori approfondimenti. Sappiamo, ad esempio, che i collegiali partecipavano a gare schermistiche insieme al loro maestro Francesco Tinti.
Le attività ricreative però ampliavano la gamma di svaghi consentiti ai collegiali. Le fotografie e i documenti d’archivio ci raccontano anche del gioco delle biglie, il tiro alla fune, la corsa – a dorso di mulo talvolta – e altre attività che i gesuiti organizzavano per i ragazzi.
L’Istituto Massimiliano Massimo
L’Istituto Massimiliano Massimo, fondato ventiquattro anni dopo l’apertura del Collegio di Villa Mondragone, è oggi ancora attivo e ha una lunga tradizione sportiva alle spalle. Grandi importanza ha avuto per i primi decenni di vita dell’istituto la ginnastica: in misto di atletica, ginnastica artistica e perfino ritmica, in alcune foto sono ben visibile le clavette, ad esempio. Uno sport dunque un tempo riservato ai ragazzi e solo nel corso del Novecento declinato al femminile. Anche al Massimo la scherma era di casa, anche nella sede all’EUR tra gli anni Settanta e Ottanta.
Le fotografie ci raccontano di molti altri sport tra cui il Basket, praticato già nella sede alle Terme grazie all’installazione di canestri nel cortile interno della scuola. Sicuramente il pavimento duro non favoriva la pratica sportiva, ma ci si ingegnava: le fotografie mostrano i disegni a terra che riproducevano le aree del campo. Pensate che nello stesso cortile i ragazzi praticavano anche judo, grazie ad ampi materassi stesi a terra, come dimostrano le fotografie.
Il Massimo e le sue sedi
Una delle ragioni per cui i gesuiti decisero di cercare un’altra sede per l’istituto, iniziando la ricerca già nel corso degli anni Quaranta, è dovuta proprio alla carenza di spazi esterni e di aree verdi. Il Massimo infatti aveva avuto sede per alcuni anni a palazzo Peretti, proprietà della famiglia Massimo, fino al 1886 quando questo fu abbattuto per l’ampiamento del piano regolatore di Roma che prevedeva l’ampliamento della zona antistante la stazione Termini. Palazzo Peretti si trovava proprio lì davanti, dove ora sostano gli autobus in Piazza dei Cinquecento. Padre Massimiliano Massimo supervisionò personalmente la costruzione di un nuovo edificio, nel giardino del precedente, che avrebbe ospitato il Massimo alle Terme fino all’estate del 1960. Benché costruito da subito come una scuola, quindi per soddisfare le esigenze didattiche, non poteva purtroppo vantare spazi verdi, l’unica striscia di terra era quella stretta che lambiva l’immobile, separata dalla strada dalla cancellata. Lo spazio per lo sport era dunque limitato al cortile interno del palazzo. Oggi l’immobile esiste ancora, sebbene non sia più di proprietà della Compagnia di Gesù: ospita il Museo Nazionale Romano. I gesuiti trasferirono la scuola nella sede dell’EUR, dunque, che disponeva di spazi esterni idonei per lo sport. Nella nuova sede i ragazzi praticarono anche il nuoto, il rugby e la pallavolo, l’altetica grazie alla presenza della palestra attrezzata e dei campi sportivi. Le fotografie ci raccontano anche la pratica dell’hockey e lo sci in occasione delle vacanze invernali.
Le fonti
Quali fonti potrebbe dunque utilizzare un ricercatore interessato a ricostruire lo sport nei nostri collegi? Sicuramente non avrebbe penuria di documentazione. Distinguiamo intanto tra: fonti manoscritte, a stampa e fotografiche.
Il ricercatore dovrebbe iniziare dalle fonti a stampa: giornalini scolastici e riviste delle province. I primi davano risalto periodicamente a tutte le manifestazioni sportive che si tenevano in collegio, spesso fornendo anche una cronaca puntuale delle partite o delle esibizioni. Anche le riviste delle Province, sebbene in modo più marginale, potevano parlare delle attività sportive soprattutto quando dedicavano un articolo all’anniversario di fondazione di un collegio o alla sua presentazione al grande pubblico, in vista delle iscrizioni.
Questi articoli spesso sono corredati da fotografie, gli originali si trovano nella serie fotografica del fondo di un collegio o di una provincia. Per entrambi gli istituti, il Collegio di Villa Mondragone ed il Massimo, abbiamo una serie fotografica che comprende diversi fascicoli dedicati alle attività sportive. Nella serie fotografica del Massimo, contando solo quelle presenti nei fascicoli dedicati alle attività sportive ce ne sono più di 800.
Tra le fonti manoscritte annoveriamo le historiae domus ed i diari di casa. Le prime però potrebbero non dar conto di informazioni di questo tipo se non per particolari manifestazioni sportive avvenute alla presenza del Provinciale. I diari di casa sono sicuramente la fonte che più di tutte conserva informazioni preziose. Compilato quotidianamente da un gesuita della comunità racconta l’organizzazione delle attività sportive, delle competizioni, segnala gli allievi e gli insegnanti coinvolti. Tra le altre fonti utili ci sono anche i biglietti di invito ed i programmi delle competizioni sportive, talvolta si conservano perfino i manifesti che pubblicizzavano l’evento.
Attività sportive non solo per collegiali
Le attività sportive non erano appannaggio solo dei convittori, ma erano praticate anche nelle scuole di religione, come quella di Mantova e Padova così come nel ricreatorio S. Giuseppe di Firenze che aveva anche degli spazi all’aperto dove i ragazzini organizzavano partire di calcio. Le fonti ci dicono che anche i gesuiti avevano momenti ricreativi e di svago sportivo, si trovano infatti fotografie che ci raccontano di qualche partita in noviziato o nello scolasticato.