Spese della scuola di religione a Mantova
Gli oratori e i ricreatori della Compagnia di Gesù hanno sempre ospitato i ragazzi in preparazione per la Comunione, la Cresima o per il dopo scuola. Ma cosa voleva dire – nel dettaglio – organizzare una scuola di religione?
Per chi abita a Mantova o l’ha visitata, è forse famigliare la chiesa di S. Teresa affidata ai padri carmelitani, mentre potrebbe essersi persa nella memoria collettiva la presenza dei gesuiti in città, nella residenza annessa proprio a quella chiesa. Infatti i gesuiti hanno lasciato Mantova nel lontano 1936, ma nei lunghi anni in cui hanno svolto qui il proprio apostolato dal 1875.
Oggi la rubrica non vuole soltanto ricordare la comunità dei gesuiti a Mantova ma raccontare l’organizzazione della scuola di religione, aperta a partire dal 1922: a metà tra un dopo scuola e il catechismo.
Si potrebbe pensare che i gesuiti abbiano subito dotato la scuola di libri, banchi e sedie, invece tra le prime spese sostenute dai padri ci sono “le porte per il giuoco del pallone”, il materiale per “l’impianto cinematografico”, “un pallone”, “giochini da cortile con i premi”.
Doveva essere ospite fisso anche un pianoforte poiché ne viene registrata la periodica spesa per il trasporto e per l’affitto: il “nolo”. L’usura dei giochi da parte dei ragazzi costituiva altre spese “riparate stecche biliardo”, inoltre a due mesi di distanza dal primo, vengono acquistati ancora “2 palloni”.
Nei mesi successivi non mancano acquisti per la cancelleria e libri, per il tipografo e la stampa dei libretti delle recite fatte in teatro per le quali si fa spesa di “latte, confetti e bicchierate con paste”, per la merenda preparata a bambini e ragazzi. Nella foto uno dei volantini con i quali si pubblicizzavano le recite e si invitavano genitori e cittadini ad intervenire.
A fine anno, come avveniva anche nei collegi e nelle scuole apostoliche, veniva organizzata una recita o uno spettacolo per la premiazione degli alunni migliori, in questa occasione – come risulta dalla nota spese – vengono ingaggiati maestri di pianoforte e violino, nuovamente affittato un pianoforte, acquistate le medaglie da distribuire ai ragazzi.
“Per le pagnottelle della colazione” si contano ben 75 unità, che indica il numero dei ragazzi iscritti alla scuola o che prendessero parte alle attività ricreative. Per tutti erano poi organizzate gite e viaggi come quello a Brescia per il congresso regionale della gioventù Cattolica nel maggio 1923, o il pellegrinaggio alle Grazie seguito da “aranciata e premi a sorte”.
Nello stesso mese si rendeva necessario anche un mazzo di carte. Vengono registrate anche spese più ordinarie come la quota per l’energia elettrica, l’acquisto di ben 25 lampadine elettriche.
Sono numerose le spese minute per la quotidianità dei ragazzi: un tappeto in tela cerata per tavolino del buffet, nuovamente due palloni nell’ottobre 1923, anche dei registri, un bastone da biliardo nuovo, “ rinnovare due corde dell’altalena”, abbonamenti ad alcune riviste tra cui “Zonda”, una scopa, colori, pennelli e carta per “scenari” (i fondali utilizzati nelle rappresentazioni”) e il costo per il mantenimento di oggetti e impianti “al meccanico Baraldi per lavori alla macchina del cinematografo, al signor. Pettorelli per saldatura, al fabbro per saldatura e riparazione tavolino”.
Inoltre il “nolo barbe, parrucche e occorrenti per truccare” era indispensabile per le attività teatrali.
Gli “acidi per diapositive” suggeriscono l’uso della fotografia e della tecnologia più avanzata per l’epoca, per le lezioni. Altre spese sono sempre legate al mondo dell’infanzia: si registrano spese “per la colazione in cioccolato (omaggio pasquale)”, anche per “un pallone e varie sfere” ed il “nolo films” che sicuramente costituivano la più grande novità dell’epoca.
In queste spese c’è una particolare attenzione all’infanzia, al gioco, all’accudimento del tempo libero dei bambini e ragazzi spesso sottratti ai pericoli della strada.
Maria Macchi