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Le scuole apostoliche: una storia ancora da scrivere

Allievi della scuola apostolica di Cesena - Archivio Storico - Gesuiti, Provincia Euro-Mediterranea

In passato una delle possibili strade per la vocazione portava non solo ai seminari o ai noviziati ma anche alle scuole apostoliche gestite dagli ordini religiosi.

Il carisma dell’educazione

La Compagnia di Gesù è molto nota per l’impegno profuso nell’educazione dei ragazzi, fin dalle origini dell’Ordine, attraverso l’apertura e la gestione di collegi.

Molti di questi sono ancora attivi, solo nella nostra provincia ce ne sono ben sei: l’Istituto Sociale di Torino, il Leone XIII di Milano, l’Istituto Massimiliano Massimo di Roma, il Gonzaga di Palermo, il collegio Atë Pjetër Meshkalla di Scutari, il St. Aloysius College di Birkirkara.

Nella nostra rubrica abbiamo dedicato diversi approfondimenti alla storia dei collegi, quelli attivi ma soprattutto i numerosi istituti oggi non più esistenti o non più affidati alla Compagnia.

Il carisma ignaziano per l’educazione non si è concretizzato solo nei collegi ma anche nell’esperienza delle scuole apostoliche, molto meno note.

Dai collegi alle scuole apostoliche

Le scuole apostoliche erano molto diverse dai collegi, per finalità e organizzazione. Oggi non esistono più perché incompatibili con l’ordinamento scolastico italiano, l’ultima a chiudere è stata quella di Roncovero, nel 1985.

Se la storia dei collegi, nella Compagnia di Gesù, risale fino agli anni immediatamente successivi alla nascita dell’ordine – lo stesso S. Ignazio autorizzò l’apertura dei primi collegi – quella delle scuole apostoliche è molto più recente.

Sorsero tra la fine dell’Ottocento ed i primi decenni del Novecento, diffondendosi in tutte le cinque ex province nel corso della prima metà del XX secolo.

La storia delle scuole apostoliche è tuttavia molto legata a quelle dei collegi, anche se ebbero finalità molto diverse. Quando furono istituite la Compagnia, così come anche altri ordini religiosi, iniziava già a intravedere e affrontare diverse questioni oggi molto evidenti: il calo delle vocazioni, la necessità di riorganizzare i collegi in base al numero di religiosi disponibili, la mole di lavoro che comportava la manutenzione di così tanti istituti.

Arrupe, nel corso dei suoi primi anni di generalato, indicò una nuova via per i gesuiti: le missioni, preferendo chiudere molti collegi e ottimizzare risorse e forze umane a disposizione. Molte delle province decisero dunque di chiuderne alcuni, preferendo lasciarne aperto solo uno, proprio in quegli anni, per dedicarsi maggiormente al fronte missionario.

Spesso gli immobili dei collegi chiusi non furono venduti ma riadattati proprio per le suole apostoliche. Avevano già aule, dormitori, laboratori e materiale didattico che potevano essere messi a disposizione di questi nuovi alunni. Inoltre proprio in occasione della riorganizzazione dei collegi, le scuole apostoliche ebbero un nuovo impulso, su di loro era riposta la speranza di nuove e abbondanti vocazioni. In alcuni casi le Province scelsero di aprire più di una scuola apostolica sul territorio o destinare fondi alla costruzione di un immobile dedicato.

La loro organizzazione è molto simile a quella dei seminari. Sono infatti conosciute anche come seminari minori, erano propedeutiche all’ingresso nei seminari maggiori o direttamente nei noviziati degli ordini religiosi.

Cosa sono le scuole apostoliche

A differenza dei Collegi destinati alla formazione di ragazzi provenienti da famiglie aristocratiche e borghesi le scuole apostoliche erano state istituite per altri allievi.

Infatti venivano iscritti qui soltanto i bambini ed i ragazzi che avessero dimostrato, precocemente, un interesse verso la vita religiosa e la volontà di prendere i voti, una volta cresciuti.

Essi erano chiamati “apostolini”, poiché emulavano la scelta degli apostoli di seguire Gesù.

Si trattava di bambini tra i 10 ed i 13 anni, la fascia d’età corrispondente alle attuali scuole medie. Ricordiamo che la scuola media è entrata nell’ordinamento italiano solo negli anni Quaranta. L’ingresso nella scuola apostolica avveniva dunque al termine delle elementari, quando si interrompeva la frequenza scolastica per i ragazzini provenienti da contesti sociali meno fortunati, e garantiva la possibilità di proseguire gli studi, alcune permettevano di conseguire anche la licenza liceale.

È proprio da una di queste scuole, quella di Strada, che il quattordicenne Arturo Taggi, scrisse al Rettore per chiedere di essere ammesso in noviziato.

Naturalmente non tutti coloro che veniva iscritti alle scuole apostoliche poi proseguivano gli studi teologici per vestire l’abito religioso. Le fonti dimostrano che per molte famiglie la scuola apostolica costituiva l’unico modo per permettere ai figli di ricevere istruzione e vitto, almeno il pranzo. Si trattava dunque di dare un’alternativa al duro lavoro nei campi fin dalla tenera età. Molti dei bambini e dei ragazzi che accedevano alle scuole apostoliche erano infatti provenienti da famiglie di modesta condizione. I seminari minori spesso sono nati anche con l’obiettivo di individuare vocazioni proprio in quelle classi sociali dove più facilmente i partiti di massa potevano trovare consenso.

Per regolamento i gesuiti avrebbero dovuto allontanare bambini e ragazzi che dimostrassero di non nutrire più desiderio per la vita religiosa o che non avessero questa ispirazione, tuttavia la documentazione racconta di diversi casi in cui è stato permesso agli allievi di terminare il ciclo di studi per evitare il ritorno ad una vita di lavoro e di stenti e per garantire il titolo di studio. Le scuole apostoliche hanno contribuito alla formazione scolastica di tantissimi individui che poi hanno deciso di proseguire la propria vita trovando un lavoro, iscrivendosi alle superiori o in seminario o in noviziato. L’evolversi della società ed il cambiamento dei tempi portò rapidamente al declino e alla chiusura delle scuole apostoliche dalla fine degli anni Sessanta in poi.

Oltre allo studio delle materie più tradizionali, gli apostolini imparavano a dire messa, esercitandosi nella ritualità e nella liturgia. Non mancavano i momenti di svago e ludici così come lo sport ma anche le gite.

Gesuiti ex apostolini

L’esistenza delle scuole apostoliche ha consentito alla Compagnia di Gesù di beneficiare di numerosi ingressi in noviziato, proprio da parte di ragazzi provenienti da questi istituti; sono ancora numerosi i gesuiti anziani che hanno studiato presso una di queste. Oggi infatti molti dei gesuiti che vantano decenni di vita religiosa, talvolta arrivando a compierne ottanta di vita in Compagnia, sono stati ex apostolini e sono entrati in noviziato appena terminata la scuola apostolica, a quindici anni.

La provenienza da una scuola apostolica spesso permetteva l’ingresso in noviziato a ragazzi di appena quindici o sedici anni.

Spesso nei fascicoli personali dei gesuiti provenienti dalle scuole apostoliche si trovano le pagelle dell’istituto, elenchi di libri o ricordi degli anni da apostolino.

Proprio perché gli allievi erano così giovani, le scuole apostoliche italiane furono intitolate tutte a S. Giovanni Berchmans. Del resto, anche i novizi indirizzavano la propria devozione ad un santo molto giovane, S. Luigi Gonzaga. Le effigi di entrambi erano presenti nelle stanze e nelle aule sia delle scuole apostoliche sia dei dormitori.

Menzioniamo nei prossimi paragrafi le scuole apostoliche di ogni provincia e alcune delle sedi che hanno avuto nel corso della loro storia nel Novecento. Si tratta di una tematica ancora da studiare e le carte di tutti questi istituti sono in corso di riordino. Come vedremo, le scuole apostoliche in molti casi furono ubicate negli immobili che avevano ospitato per decenni i collegi della Compagnia di Gesù.

Volantino di una scuola apostolica della Compagnia di Gesù

Provincia Veneto – Milanese

Nella Provincia Veneto – Milanese la scuola apostolica ha avuto diverse sedi: fu aperta inizialmente nel 1913 a Milano nello stesso immobile che all’epoca ospitava il Leone XIII, poi andato distrutto durante la seconda guerra mondiale. Nel giro di pochi anni ha cambiato sede, prima a Brescia – presso l’Arici – e poi a Piacenza dal 1920 fino ai primi anni Trenta quando si trasferisce a Roncovero di Bettola, dove la Compagnia può beneficiare delle donazioni della famiglia Ghirardelli per la costruzione della nuova scuola apostolica.

Per un breve periodo, tra 1956 e 1960 anche a Conegliano ne è stata aperta una.

Oggi l’archivio di queste scuole apostoliche è conservato nel nostro istituto, nel fondo della Provincia Veneto – Milanese.

Provincia Torinese

Anche la Provincia Torinese ha avuto le sue scuole apostoliche. La più antica ha aperto i battenti nel 1878 nel Principato di Monaco dove restò per molti anni. In seguito ha avuto sede a Chieri, Torino, Muzzano e infine a Cuneo. Qui la scuola apostolica ha beneficiato dell’immobile del Collegio S. Tomaso, chiuso negli anni Trenta.

Proprio da quest’ultima sede provengono molti dei gesuiti, ex membri della Provincia Torinese, che giovanissimi entrarono in noviziato dopo la scuola apostolica.

Nel 1952 la Provincia decise di aprirne una anche in Sardegna, a Bonorva con sede poi a Cagliari, per favorire le vocazioni nell’isola, fino al 1970. Le carte di queste scuole sono oggi in corso di riordinamento.

Provincia Romana

La prima scuola apostolica della Provincia Romana ha avuto sede a Strada a partire dal 1882, dividendo gli spazi con il convitto fino al 1925 quando la Provincia chiuse il collegio e trasferì la scuola apostolaca a Loreto, utilizzando i locali dell’antico collegio. La scuola apostolica cambiò ancora sede nel 1942 quando si spostò a Cesena dove rimase fino al 1955.

Con la chiusura del Collegio dei Nobili di Mondragone, avvenuta al termine dell’anno scolastico 1953 – 1954, l’immobile della Villa non restò inutilizzato, ma fu scelto come quarta sede della scuola apostolica della Provincia Romana. Villa Mondragone continuò dunque ad ospitare ragazzi in formazione, non più come collegiali ma come possibili futuri religiosi, fino al 1972, quando anche questa scuola fu chiusa. Con la chiusura di questo istituto la Provincia scelse di non individuare un altro luogo e di chiudere l’esperienza della scuola apostolica. Il nostro archivio conserva la documentazione prodotta dalla scuola in ognuna delle sue quattro sedi.

Provincia Napoletana

I gesuiti della Provincia Napoletana stabilirono la scuola apostolica nel Castello Sozi-Carafa di Vico Equense dal 1911 alla fine degli anni Sessanta. Nel nostro archivio si conserva sia il fondo dell’istituto, sia diverse fotografie della scuola e degli apostolini nella serie fotografica della Provincia Napoletana.

Provincia Sicula

Anche nella Provincia Sicula, la scuola apostolica ha avuto diverse sedi: Mussomeli, quella più antica dal 1914, poi trasferita a Noto, ma ce ne fu una anche a Palermo, presso la residenza di Casa Professa, e a Catania. Sono rimaste attive contemporaneamente, tra gli anni Cinquanta e Sessanta quella di Catania e quella di Casa Professa dove si trovava il liceo del seminario minore.

Una storia ancora da scrivere

Esiste solo qualche pubblicazione di storia locale su alcune di queste scuole apostoliche che spesso è stata realizzata grazie alle testimonianze degli ex alunni, mentre le carte prodotte da questi istituti non sono ancora state studiare. Sarebbe molto interessante confrontare le metodologie e le storie delle scuole di diverse province per osservarne analogie e differenze.

La storia di ognuna di queste istituzioni per la formazione dei ragazzi e del futuro clero deve ancora essere ricostruita e anche se attualmente sono aperte alla consultazione le carte prodotte fino alla fine del pontificato di Pio XII, quindi ottobre 1958, per molti di questi istituti si può indagare la nascita e lo sviluppo poiché, come abbiamo visto, sorsero a cavallo tra Ottocento e Novecento.

Maria Macchi