Ricostruire la vita di un gesuita

Una delle richieste che più frequentemente arriva al nostro Archivio Storico riguarda le biografie dei gesuiti. Spesso infatti ci viene chiesta una breve nota biografica, da inserire in una pubblicazione, più spesso una biografia completa di un gesuita per una ricerca preliminare, altre volte è una richiesta che arriva dai parenti di un gesuita che desiderano conoscere nel dettaglio la sua vita.
Anche se l’archivio storico fornisce i dati biografici più salienti è il ricercatore a dover poi ricostruire interamente la biografia. Come si ricostruisce la vita di un gesuita? Quali sono i passaggi da seguire per scrivere una biografia e quali le fonti da consultare? Quali prontuari sono disponibili online?
Vediamo oggi come si procede. Proviamo a farlo insieme partendo da un nome, scelto casualmente dai nostri cataloghi. Ricostruiamo la storia di fratel Andrea Maganzini. Nel ricostruire la biografia di un gesuita o di un fratello si seguiranno gli stessi passaggi. Le uniche differenze nelle biografie sono le seguenti: i padri seguivano un percorso di formazione più lungo che comprendeva i cicli di studio in filosofia e pronunciano gli Ultimi Voti come professi di quattro voti o coadiutori spirituali, mentre i fratelli iniziavano già subito dopo il noviziato a lavorare nelle residenze e nei collegi e pronunciavano i voti come coadiutori temporale.
Ricordiamo subito che non è possibile svolgere una ricerca su un gesuita ancora in vita.
La ricerca bibliografica
Il primo passo da compiere non è quello in direzione della porta dell’archivio storico ma verso la soglia della biblioteca. Infatti è molto probabile che sia stato pubblicato qualcosa su un gesuita o quantomeno sul contesto storico in cui è vissuto. Ci capita spesso infatti di ricevere richieste su gesuiti di cui è già stata ricostruire e pubblicata la biografia. Prima di scrivere all’archivio, dunque, è sempre bene svolgere un’approfondita ricerca bibliografica. Sia sull’Opac SBN, il portale bibliotecario italiano, sia consultando gli indici di alcune riviste come Archivum. Nel portale bibliografico a cura del Boston College si possono trovare libri, articoli, abstract di interventi a convegni su tematiche e individui legati alla Compagnia. Il nostro sito riporta in una sezione specifica tutti i link utili.
Nel caso di gesuiti italiani è necessario poi fare sempre una ricerca anche nel Dizionario Biografico degli Italiani Illustri edito dalla Treccani. La versione cartacea, da diversi anni, si trova online. Si tratta della raccolta delle biografie delle italiane e degli italiani passati alla storia. Questa pubblicazione non si limita a fornire i dati biografici ma riporta, in calce alla voce, anche le fonti e la bibliografia che l’autrice o l’autore hanno utilizzato per ricostruire la biografia. Un’ulteriore verifica deve essere fatta poi consultando il Diccionario Histórico de la Compagñia de Jesús. Un’opera edita nel 2000 ma ancora molto valida che ha raccolto le biografie ma anche le tematiche più rilevanti legate alla Compagnia di Gesù. Anche in questo caso, trattandosi di un dizionario, oltre alle informazioni biografiche sono presenti le fonti e la bibliografia, ovviamente i testi citati sono “fermi” al 2000. Si tenga dunque presente la possibilità che altri contributi siano stati pubblicati negli ultimi venticinque anni. L’opera presenta un aggiornamento di molte voci già pubblicate da Carlos Sommervogel nella seconda metà dell’Ottocento nell’opera in più volumi “Bibliothèque de la Compagnie de Jésus”. Un testo che però è ancora utile consultare e citare nelle proprie ricerche.
Strumenti online
Se del gesuita di cui dobbiamo ricostruire la biografia non c’è traccia negli strumenti e nelle piattaforme già citati – ed effettivamente di Andrea Maganzini non esiste ancora una voce nel biografico, né informazioni già edite – allora iniziamo a ricostruire la sua biografia. Non tutti sanno che sono disponibili diversi prontuari online per iniziare le prime ricerche ancor prima di venire in archivio. Li elenchiamo di seguito e vediamo come possono guidarci in questa ricerca. Resta sempre valido però il consiglio di approfondire, attraverso la bibliografia, il contesto storico – geografico in cui è vissuto il gesuita.
Strumenti online – Il catalogus defunctorum
Per prima cosa è necessario consultare il Catalogus Defunctorum. Si tratta di una pubblicazione in cui è possibile trovare i principali dati dei gesuiti vissuti nella Compagnia di Gesù e deceduti nei vari secoli. Per le ricerche sui gesuiti deceduti negli anni della Nuova Compagnia (dal 1814 in poi) c’è il volume edito nel 1972 che comprende gli anni tra 1814 e 1970. Per i gesuiti morti successivamente è stato pubblicato un secondo volume, nel 1985. Per chi è deceduto più recentemente i volumi successivi sono ad uso interno dell’archivio ma l’archivista può fornire i dati via mail.
Il Catalogus Defunctorum ci da molte informazioni su ciascun gesuita. Ci dice quando e dove è nato il gesuita, quando è entrato in noviziato e spesso dove, la data degli Ultimi Ordini (per i gesuiti defunti dal 1 ottobre 1954 in poi fornisce anche quella dell’ordinazione), infine riporta data e luogo del decesso. Spesso è indicata anche la provincia di appartenenza. Si tratta di una pubblicazione molto preziosa perché riesce a fornirci immediatamente tutti i dati principali della vita di un gesuita ed è una fonte che gli studiosi possono citare in nota, poiché si tratta di una pubblicazione. È un punto di partenza indispensabile per ricostruire la vita di ogni gesuita.
Se il gesuita che cerchiamo non è in questa pubblicazione, né nei volumi successivi, bisogna considerare l’ipotesi che si tratti di un dimesso. I dimessi infatti, lasciando la Compagnia, non muoiono da gesuiti quindi i loro dati non si trovano nel Catalogus Defunctorum. Per i dimessi non è possibile conoscere la data di morte neppure dalle carte d’archivio. Essendo usciti dalla Compagnia l’archivio non riceve altri documenti su di loro, né aggiornamenti. Il fascicolo si chiude con l’uscita dall’Ordine. Per svolgere ulteriori ricerche su un dimesso è necessario quindi rivolgersi ad altre istituzioni: archivio storici diocesani, archivi storici comunali, archivi di famiglia.
Cerchiamo dunque il nostro Andrea Maganzini nel Catalogus defunctorum. L’indice alfabetico segnala due gesuiti omonimi, con una differenza, uno è deceduto da scolastico – quindi era in formazione come futuro padre – l’altro era fratello coadiutore. In questo caso stiamo facendo una ricerca sul fratello, ma se non conosciamo ulteriori informazioni vale la pena approfondire la biografia di entrambi. Spesso ci aiutano le date: magari scopriamo che uno dei due è vissuto diversi decenni prima della figura che stiamo studiano. Altri volte ci accorgiamo che si tratta di un parente, il nome si è ripetuto tra cugini.
Andrea Maganzini, fratello, è a pagina 244, con il numero 13524. Scopriamo che è nato il 30 novembre 1839 a S. Giustina in Trentino, che è entrato il 14 agosto 1881 in noviziato – il Catalogus ci dice “Taur.” quindi bisogna appurare se intenda Torino o la provincia Torinese come luogo del noviziato – ha pronunciato gli Ultimi Voti il 15 agosto 1893 ed è deceduto il 21 marzo 1915 a Chieri. Il Catalogus in questo caso non specifica la provincia di appartenenza ma possiamo ipotizzare fosse la torinese.
Strumenti utili online – Cataloghi storici annuali delle Province
Una volta che abbiamo trovato i dati del gesuita sul Catalogus Defunctorum conosciamo la provincia di appartenenza o, come in questo caso, la possiamo ipotizzare ma è necessario trovare conferma. Ora dobbiamo consultare un altro strumento, anche questo online: i cataloghi storici delle province.
Iniziamo consultando il catalogo dell’anno in cui entra in noviziato o il successivo e troveremo la conferma dei dati. Il catalogo infatti viene pubblicato prima della fine dell’anno solare, in passato poteva capitare che i novizi entrassero in noviziato anche a novembre o dicembre quindi il loro ingresso è registrato nel catalogo successivo con la data dell’anno precedente. Troviamo Maganzini citato per la prima volta nel catalogo storico della Provincia Torinese del 1882.
Ogni catalogo di provincia, alla fine del volume, riporta la lista alfabetica dei gesuiti divisi tra sacerdoti, scolastici e fratelli coadiutori. Per ciascuno è indicata: la pagina, la data di nascita, quella di ingresso in noviziato e quella degli Ultimi Voti. In questa fonte però sono riportate solo le date e non il luogo di queste tappe della vita. Possiamo però ricavare gli altri dati sempre grazie ai cataloghi. Basta prendere il catalogo dell’anno di ingresso in noviziato e verificare dove si trovasse la casa di prima probazione. Infatti nel catalogo del 1882 troviamo Maganzini a Chieri: sotto l’intestazione del noviziato sono riportati, in ordine cronologico seguendo la data di ingresso, i nomi dei novizi. Il luogo di morte di un gesuita si ricava sia dal Catalogus Defunctorum ma anche dai cataloghi annuali. Infatti nell’anno della morte del gesuita, questi compare per l’ultima volta nel catalogo della sua provincia, nella pagina dedicata ai defunti, solitamente chiamata “vita functi”.
È possibile che i gesuiti entrino nel noviziato di un’altra provincia rispetto a quella a cui sono poi appartenuti per tutta la vita. Per via delle vicissitudini storico politiche dell’Ottocento questo è capitato in diversi casi: sia p. Lorenzo Rocci che p. Pietro Tacchi Venturi, entrambi della Romana, entrarono nel noviziato di Villa Melecrinis a Napoli. Continuando a consultare i cataloghi, anno dopo anno, possiamo scoprire le successive destinazioni del gesuita. Di solito dopo il noviziato inizia il ciclo di studi in filosofia, ma alcune volte resta in noviziato per il carissimato durante il quale completa gli studi, ricordiamo infatti che fino alla metà del Novecento si poteva entrare in noviziato a quindici anni, prima di aver terminato gli studi. Inizia poi il ciclo di studi in filosofia, di solito presso uno scolasticato, seguito dal magistero. Durante questo periodo, in cui il gesuita sperimenta l’apostolato diretto, spesso trascorre due o tre anni in un collegio, per insegnare materie letterarie o scientifiche. Al termine del magistero inizia il ciclo di studi in teologia. I cataloghi ci dicono anche dove il gesuita abbia poi vissuto il Terz’anno.
Nel caso di Maganzini, fratello coadiutore, scopriamo dai cataloghi che dopo il periodo della prima probazione resta nella casa del noviziato incaricato di lavori in casa ma in quello del 1883 è segnalata la sua presenza nella missione in “Zambese” un territorio caratterizzato dalla presenza del fiume “Zambia” nell’Africa meridionale. Fr. Maganzini lavora soprattutto come cuoco nel noviziato di Graaf – Reynet. Dal 1891 lo ritroviamo invece in Italia, nella casa di esercizi di Genova con l’incarico di cuoco, responsabile della dispensa e della cella del vino e dei lavori in casa. A inizio Novecento invece si sposta nella residenza di Saluzzo dove ricopre gli stessi incarichi ai quali si aggiungono la cura dell’orto. Resta qui solo un anno poiché nel 1901 è destinato al collegio di Chieri, anche qui incaricato di lavori in casa. Torna a Genova, nella casa si esercizi spirituali nel 1903, incaricato della manutenzione dell’immobile, lettore a mensa, alle prese con lavori in casa. Nel 1904 è nuovamente a Saluzzo dove riprende a lavorare come cuoco, ortolano, custode della cella del vino. Nel 19010 è destinato nuovamente a Chieri come aiuto cuoco e custode. Muore a Chieri il 21 marzo 1915. La notizia della sua morte è riportata nel catalogo del 1916, a p. 32 nella sezione “vita functi”. Viene anche riportata l’età del gesuita al momento della morte – 76 anni e il numero di anni di vita religiosa, 34.
Finora non ci siamo neppure avvicinati all’archivio storico, eppure conosciamo già molti dettagli della biografia di Andrea Maganzini. Questa ricerca si può condurre stando a casa o nel proprio ufficio, poiché l’ARSI – l’archivio centrale della Compagnia di Gesù – ha digitalizzato tutti i cataloghi storici delle Province dal 1814 al 1950. È inoltre in corso la digitalizzazione dei volumi successivi, fino alla fine del pontificato di Pio XII.
Come abbiamo visto, attraverso i cataloghi possiamo seguire un gesuita dall’ingresso in noviziato fino alla morte, o fino a quando lascia la Compagnia e scrivere una bozza della biografia conoscendo, anno per anno, le residenze dove è vissuto, gli incarichi che ha ricoperto, gli apostolati che esercitava e le tappe della vita religiosa.
Può capitare, soprattutto per i gesuiti vissuti nei primi anni della ricostituzione della Compagnia che alcuni dati non siano molto precisi o ci siano delle discrepanze tra catalogo storico annuale e catalogus defunctorum. Si può appurare quale sia il dato più esatto verificando la documentazione archivistica.
Se invece non abbiamo trovato traccia del gesuita nel Catalogus Defunctorum, ipotizzando dunque che sia un dimesso, ma sappiamo che è vissuto in un determinato periodo, in un certo luogo, possiamo comunque svolgere una ricerca sui cataloghi, cercando di individuarlo. Se ad esempio sappiamo che è vissuto a Roma nella seconda metà dell’Ottocento, basterà consultare i cataloghi annuali della Provincia Romana, magari uno ogni cinque anni.
La ricerca d’archivio
Una volta che abbiamo ricostruito la vita del gesuita con le date salienti abbiamo una griglia all’interno della quale possiamo muoverci per approfondire tutti i passaggi intermedi e integrare quanto abbiamo scoperto. Una volta arrivati in archivio, solitamente si parte dal fascicolo personale del gesuita, dove sono conservati i documenti ufficiali della vita religiosa: primi e ultimi voti, certificati dei titoli di studio, lettere di destinazione ricevute dal Provinciale, documenti comprovanti i Sacramenti – consegnati all’ingresso del noviziato. Nel fascicolo personale talvolta si trova qualche fotografia o documenti scritti dal gesuita come appunti, omelie e diari. In alcuni casi si trova anche il necrologio ma spesso è conservato in specifiche unità archivistiche nel fondo della provincia a cui apparteneva. Il fascicolo personale del nostro Andrea Maganzini si conserva nel Fondo della Provincia Torinese, nella serie dei fascicoli personali dei defunti. Il dettaglio del documento nella foto che accompagna la puntata di oggi è tratto dalla rinuncia ai beni che il gesuita firmò il 15 agosto 1893 e che si trova nel suo fascicolo personale.
La ricerca poi prosegue consultando il registro delle dichiarazioni dei novizi. Si tratta di una fonte molto utile, l’unica che ci permette di conoscere la vita del gesuita prima dell’ingresso in noviziato. Qui infatti ogni novizio raccontava, seguendo un formulario, della propria famiglia, degli studi compiuti prima del noviziato, della propria salute, inclinazioni nell’apostolato e di come fosse nata la decisione di diventare gesuita. Si trovano già in questa fonte menzioni sulla volontà di andare in missione.
Consultate queste fonti, solitamente si passa alle historiae domus, una relazione triennale di quanto accaduto nella residenza che il Superiore inviava al Provinciale e al Generale. È importante leggere quelle delle residenze dove il nostro gesuita è stato per conoscere cosa sia accaduto nelle comunità negli anni in cui l’ha abitata. Per scendere ancora di più nella sua quotidianità, se disponibile, si può richiedere il diario di casa. Compilato quotidianamente, il diario di casa ci racconta quanto avvenuto nel collegio, nella residenza o nella casa di esercizi, giorno dopo giorno. Ci aiuta spesso a ricostruire alcuni avvenimenti significativi per la vita del gesuita, conoscendo la sua vita molto da vicino. Altre fonti utili sono: la corrispondenza del superiore della residenza e del Provinciale, le consulte di casa e quelle di provincia ed i fondi di opere dove il gesuita ha lavorato. Teniamo presente, per le ricerche sul materiale archivistico, il limite alla consultabilità, attualmente fermo ad ottobre del 1958 quando è terminato il pontificato di Pio XII.
Fonti a stampa
In archivio possiamo trovare anche alcune fonti a stampa utili per la nostra ricerca, è il caso, ad esempio, delle lettere edificanti. A partire dalla fine dell’Ottocento, anche se la nascita del genere risale al secolo precedenti, le lettere dei missionari destinate al Provinciale sono state raccolte e pubblicate per divulgare il lavoro dei gesuiti in missione e sensibilizzare i lettori sul tema. Tra queste sono presenti anche lettere scritte da religiosi che sono presenti in provincia. In calce ad ogni volume si trovano anche i necrologi dei gesuiti deceduti in quel periodo. Nel volume delle lettere edificanti del 1913 – 1916 della Provincia Torinese, troviamo il necrologio di fratel Maganzini che si sofferma in modo particolare sul periodo in cui il gesuita è vissuto in Africa, raccontando le difficoltà di quel periodo.
Nel corso del tempo le lettere edificanti furono sostituite dalle riviste, che potevano raggiungere un numero di ampio di lettori. Ad avere una propria rivista, da destinare ad amici, benefattori, fedeli, non erano soltanto le province ma anche i collegi e le singole opere.
Nelle riviste di Provincia era prevista un’apposita sezione, di solito alla fine di ogni numero, proprio per i necrologi ed il ricordo dei gesuiti defunti. Essi venivano ricordati anche in quelle dei collegi e delle opere dove avevano lavorato. Per questo motivo consigliamo sempre ai nostri ricercatori uno spoglio delle riviste per verificare la presenza di articoli commemorativi. Quando ci scrive la famiglia di un gesuita spesso inviamo proprio il necrologio pubblicato sulla rivista della rispettiva provincia di appartenenza.
Per la ricostruzione della biografia abbiamo proceduto dal generale al particolare, prima siamo partiti dai dati più salienti e da prontuari generali per poi calarci nella vita del gesuita riuscendo a seguirlo anno dopo anno. Procedere dal generale al particolare è una regola che vale sia in archivio sia nella ricerca storica. Questo è quello che gli archivisti della Compagnia fanno quando ricevono la richiesta di una biografia o dei dati.
Ricerche sui dimessi
Come abbiamo visto i dati dei dimessi non si trovano nel Catalogus defunctorum, ma si rintracciano nei cataloghi storici annuali dove troviamo: la data di nascita, di ingresso in Compagnia, degli Ultimi Voti. Possiamo solo ipotizzare quale fosse la data delle dimissioni che non era riportata nei cataloghi storici della prima metà del Novecento, solo in quelli più recenti la si può trovare. Come facciamo dunque a ipotizzare la data delle dimissioni? Quando un gesuita esce dalla Compagnia, non compare più nel catalogo. Quindi il primo anno in cui notiamo l’assenza è, verosimilmente, quello delle dimissioni. Per appurare con certezza la data della firma delle dimissioni è necessario rivolgersi all’archivio storico. Ricordiamo che i fascicoli personali dei dimessi sono consultabili fino al 1899. La scelta di questa data, in linea con quanto previsto dall’ARSI è dettata dalla necessità di tutelare le scelte di vita di queste persone.
Maria Macchi