Luoghi spariti: collegi, residenze ed edifici che non ci sono più
Ci sono edifici di residenze e collegi della Compagnia di Gesù che sopravvivono solo in foto, perché sono stati abbattuti, bombardati durante una guerra, oppure distrutti per far posto ad altre costruzioni. Nelle carte del nostro Archivio continuano ad esistere alcuni di questi luoghi scomparsi dalle nostre città e dalla memoria collettiva.
Il Teatro Correa poi Augusteo a Roma
Uno di questi è il teatro Correa, anche noto come “Teatro Augusteo”. Nonostante non sia un collegio o una residenza era in qualche modo legato alla Compagnia di Gesù. Abbattuto nel 1937 per consentire le operazioni di scavo e recupero del mausoleo di Augusto, il teatro si trovava alle spalle dell’Ara Pacis.
Possiamo ancora ammirare gli interni del teatro e alcune delle iniziative che in esso si sono tenute grazie alle fotografie presenti nella serie fotografica dell’istituto Massimiliano Massimo. Il collegio infatti ha, in più occasioni, scelto il teatro Augusteo per alcune premiazioni immortalate nelle fotografie. L’immagine di copertina della puntata di oggi ci mostra il grande teatro proprio durante una premiazione degli studenti del Massimo.
Villa Peretti, il primo Istituto Massimo
Abbiamo già dedicato, in passato, alcuni approfondimenti della rubrica alla storia dell’Istituto Massimiliano Massimo. La sua prima sede oggi non c’è più, si trattava della cinquecentesca Villa Peretti, dal nome del suo primo proprietario Felice Peretti, salito al soglio pontificio con il nome di Sisto V.
La Villa fu abbattuta nel corso degli anni Ottanta dell’Ottocento per l’ampliamento della zona antistante la Stazione Termini. Si trovava nell’odierna piazza dei Cinquecento, dove ora sorge il capolinea degli autobus. P. Massimiliano Massimo fece costruire un altro edificio nei giardini della Villa che sarebbe diventato la seconda sede della scuola. Da quando la scuola si è trasferita nella sede dell’EUR, nel 1960, l’edificio è stato venduto, oggi ospita il Museo archeologico di Roma, mantenendo il nome di “Palazzo Massimo alle Terme”.
Non abbiamo foto di Villa Peretti, ma esistono diverse immagini tratte da litografie.
Villa Melecrinis a Napoli
Per il prossimo immobile ci spostiamo a Napoli, nel quartiere del Vomero. Se potessimo fare un viaggio indietro nel tempo fino ai primi anni del Novecento il Vomero ci apparirebbe come una collina rigogliosa e immersa nel verde e vedremmo stagliarsi Villa Melecrinis.
Frutto di un dono dell’omonima famiglia, da cui proveniva P. Melecrins, l’immobile ha ospitato il noviziato della Provincia Napoletana dagli anni Ottanta dell’Ottocento, quando la Provincia potè riorganizzarsi dopo l’incameramento dei beni subito durante l’Unificazione Nazionale.
Il noviziato fu poi trasferito nel Castello De Geronimo a Vico Equense nel 1935. Se oggi ci rechiamo in via della Cerra n. 2 non troveremo più nulla di Villa Melecrinis, abbattuta nel corso degli anni Cinquanta. La villa è visibile nelle immagini conservate nella serie fotografica della Provincia Napoletana.
La Conocchia
Restiamo a Napoli, spostandoci in un’altra zona della città per parlare del collegio della “Conocchia”.
Non lo si può considerare un luogo scomparso, l’imponente edificio esiste ancora, non è più di proprietà della Compagnia ed è in totale abbandono, circondato da vegetazione incolta nella quale è del tutto immerso. Invece è situato non lontano dalla fermata “Materdei” della metro di Napoli.
Qui molti gesuiti della Provincia Napoletana hanno insegnato nel “Collegio Pontano alla Conocchia”, aperto dagli anni Ottanta dell’Ottocento fino agli anni Sessanta del Novecento, per essere poi venduto vent’anni più tardi.
Le fotografie conservate in archivio restituiscono la vita che ha animato il collegio: i gruppi di studenti, gli spettacoli teatrali, la quotidianità delle lezioni. La fotografia che abbiamo scelto proviene dal fondo di p. Corradino, insegnante alla Conocchia per diversi anni.
La prima sede dell’Istituto Leone XIII
Concludiamo la puntata di oggi nel Nord Italia, a Milano. Quello dove oggi studiano circa un migliaio di studenti non è l’edificio che ha da sempre ospitato il Leone XIII. Si tratta infatti di una costruzione moderna. La sede originaria è purtroppo andata distrutta durante la seconda guerra mondiale, a causa di un bombardamento avvenuto l’11 settembre 1944, ricordato dai diari di casa delle residenze della Provincia Veneto – Milanese.
Maria Macchi