Passa al contenuto principale
Gesuiti
Archivio Storico
Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù
News
Archivio Storico Curiosità e notizie Le omelie di un gesuita
Curiosità

Le omelie di un gesuita

Giuseppe Massaruti SJ durante una lezione presso l'Istituto Massimiliano Massimo alle Terme - Archivio Storico - Gesuiti, Provincia Euro-Mediterranea

Di cosa parlava un gesuita, vissuto nella prima metà del Novecento, nelle sue omelie? A quali tematiche era più interessato? Con l’approfondimento di oggi rispondiamo a questa domanda grazie ad un nucleo di omelie scritte da p. Giuseppe Massaruti.

La fonte

Solitamente tra le carte dei gesuiti defunti si conservano soprattutto appunti e quaderni contenenti riferimenti al lavoro apostolico, all’insegnamento o alle proprie riflessioni personali. In alcuni casi abbiamo anche il loro diario, le bozze di libri o di composizioni e le omelie.

Il nostro Archivio Storico conserva l’archivio personale di p. Massaruti che, alla morte del gesuita, si trovava probabilmente presso l’Istituto Massimiliano Massimo, nella sede alle Terme, dove è deceduto nel 1958.

Il fondo è poi stato versato in archivio, forse proprio in occasione del trasloco del Massimo dal centro di Roma all’EUR. L’archivio del gesuita è composto dai suoi diari personali, le omelie, appunti, bozze. Si tratta di uno dei 90 gesuiti della Provincia Romana per i quali possediamo carte personali, a fronte dei circa 3005 individui di cui resta solo il fascicolo personale.

Abbiamo già dedicato alcuni approfondimenti a p. Massaruti e a suo fratello Carlo, impegnato nell’assistenza spirituale dei militari e destinatario di un dono particolare da parte di papa Pio X.

Giuseppe Massaruti

P. Massaruti, insegnante di lettere al Massimo per decenni, fu anche assistente spirituale e guida agli esercizi per molti confratelli, in modo particolare per i suoi studenti, molti dei quali restarono in contatto con il gesuita anche in età adulta. Spesso chiedevano a p. Massaruti di officiare le loro nozze, per questo oggi in archivio abbiamo le foto di alcuni di questi matrimoni.

Le omelie

Possediamo decine di omelie manoscritte del gesuita e recitate in occasione di diverse festività liturgiche: Pasqua, domenica delle Palme, Natale, l’Epifania.

I titoli indicano le tematiche trattate: “Conoscere Gesù Cristo”, “Amare Gesù Cristo”, “la parabola del seminatore”, “il grano e la zizzania”, il lavoro e Nazareth, “Gesù nel deserto”, “la penitenza”, “l’avvento”, “Gesù al tempio”, “la Santa Famiglia di Nazareth”.

Un piccolo nucleo è datato, si tratta di omelie risalenti ad un periodo compreso tra il 1913 ed il 1921, ma la maggior parte è priva di data.

Le omelie sono composte da diverse pagine. Siamo nei decenni precedenti al Concilio Vaticano II, la messa è ancora in latino ma la predicazione è nella lingua vernacolare e occupa più tempo di oggi. Inoltre la predizione dei gesuiti era particolarmente apprezzata in occasione dei tridui, in cui folle di persone riempivano le chiese officiale dalla Compagnia e spesso anche piazze e vie circostanti.

Sembra che anche p. Massaruti fosse noto per la sua oratoria. Possiamo apprezzare lo stile del gesuita in una delle omelie, quella letta in occasione della domenica della Palme:

Mancano pochi giorni alla Passione. La tempesta d’oro si va addensando sul capo del Redentore. Già, non è solo la consegna occulta del Sinedrio dove il sommo sacerdote ha dichiarato che Cristo deve morire per salvare il popolo; ma sono scoppiati qua e là manifesti indizi di persecuzione. […] È stabilito: Cristo morrà. Ma come talvolta mentre l’uragano si appresta, tra nube e nube brilla vivido un raggio di sole che ricorda la gioia e dipinge le nubi nere e dense mentre tutto attorno a Gesù è odio. Ecco un improvviso scoppio di festa, un trionfo, un vero trionfo al mite re che entra nella sua città. Così volle Dio padre. La voce del Cielo gli aveva detto “Et clarificavi et iterum clarificabo” Ecco un segno della gloria grande che dopo la morte l’attende: il giorno delle Palme.

Guardate la piccola comitiva che s’avvicina da Bethphage verso la santa città: è la schiera del re che s’appresta coi suoi fedeli, e il re cavalca un umile asinello su cui i discepoli hanno deposto le loro vesti in luogo di sella: modesto e va splendidamente avverando la profezia. “Ecce rex tuus venit mansuetus et pauper. […] Gesù viene, era il grido. Viene il profeta che ha risanato, ha risuscitato, ha consolato. Viene l’amico dei poveri o dei bambini; viene Gesù.

E su per il pendio del monte oliveto il popolo a gara strappava le foglie larghe della palma e i rami degli ulivi e agitandoli festosamente si accodava e seguiva il Messia. E intanto gli applausi crescevano. Benedictus. […]

La chiesa raccoglie oggi l’eco sempre sonoro di quel giubilo e di quei plausi e anche’essa mette in mano al suo popolo i rami verdi delle palme e degli ulivi e ne orna l’altare e i templi ancora oggi odono i canti “osanna” e “Benedictus”.

Oltre alle omelie conserviamo anche gli appunti spirituali, le note prese per gli esercizi spirituali che il gesuita dava ad alunni, professori e fedeli e soprattutto i suoi diari personali.

Maria Macchi