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L’architetto Giulio Pediconi, il Massimo ed un progetto per la Pinacoteca Vaticana

Immagine dal progetto dell'architetto Giulio Pediconi per la Pinacoteca Vaticana, dalla serie fotografica dell'Istituto Massimo di Roma - Archivio Storico - Gesuiti, Provincia Euro-Mediterranea

Durante le operazioni di riordino della serie fotografica dell’Istituto Massimo di Roma, tra le foto di gruppi di classi, gite, Comunioni, professori e gesuiti, abbiamo ritrovato anche diverse fotografie di un progetto per la Pinacoteca Vaticana a firma dell’architetto Giulio Pediconi, ex alunno del Massimo.

Il piccolo nucleo documentale è costituito da sette fotografie, raffiguranti disegni e planimetrie per la Pinacoteca Vaticana. Su una di queste era riportata la didascalia “Architettura di Giulio Pediconi”, nella foto a corredo della rubrica riportiamo uno di questi disegni.

Oltre al disegno tecnico si può apprezzare anche il gusto classico dell’autore che si esprime nelle decorazioni che ingentiliscono la facciata.

Beltrami e il progetto definitivo

Basta una semplice verifica per appurare che l’architettura della Pinacoteca Vaticana però non corrisponde a quella del progetto in questione. L’edificio infatti fu progettato da Luca Beltrami, per dare una sede alla collezione di quadri di proprietà della Santa Sede, e fu inaugurato il 27 ottobre 1932.

È dunque di Beltrami la struttura che ancora oggi è possibile ammirare e dove transitano giornalmente i numerosi turisti che visitano i Musei Vaticani, di cui la Pinacoteca è parte integrante.

Chi era allora Giulio Pediconi? E perché quel progetto, mai realizzato, è tra le carte del Massimo?

L’architetto Giulio Pediconi e il Massimo

Svolgendo una ricerca è stato possibile capire il nesso tra le foto ed il Massimo: Giulio Pediconi, insieme ad altri membri della famiglia, Paolo, Luigi, Mario, Giovanni- forse suoi fratelli, cugini o semplicemente omonimi– aveva frequentato l’Istituto Massimiliano Massimo, iscritto all’istituto tecnico e poi al liceo. Nato il 31 gennaio 1906 era stato iscritto al Massimo dal 1917 alla metà degli anni Venti, per entrare poi all’Università La Sapienza di Roma.

C’è anche un legame indiretto che lo lega ancora una volta alla Compagnia di Gesù. Pediconi infatti conosceva Clemente Busiri Vici, membro di una nota famiglia di architetti, che lo avrebbe sostenuto nella scelta degli studi sull’architettura. P. Giuseppe Massaruti, professore al Massimo negli stessi anni in cui Pediconi era iscritto, era nipote di Andrea Busiri Vici, come ricorda lo stesso gesuita nei suoi diari personali.

È probabile che Pediconi, ex alunno della scuola, abbia inviato al Massimo, o direttamente al suo professore p. Massaruti, una copia del progetto. Dalle carte di Massaruti sappiamo che aveva mantenuto i contatti con molti ex alunni, che aveva sposato, battezzando i loro figli, ricevendo fotografie dal fronte o da parte delle famiglie di chi purtroppo era deceduto.

Dopo il Massimo, Pediconi si laurea nel 1931 discutendo la propria tesi proprio su questo progetto per la Pinacoteca Vaticana, inaugurata l’anno successivo da Beltrami.

Una volta laureato, Giulio Pediconi inizia una lunga e brillante carriera come architetto e docente di architettura

Il fondo prodotto dallo studio architettonico di Giulio Pediconi e del collega Mario Paniconi è oggi conservato presso l’Archivio Centrale dello Stato, dichiarato di particolare interesse storico archivistico dal 1998.

Un itinerario di Roma tra le opere di Pediconi

Restano oggi diverse testimonianze del lavoro dell’architetto a Roma e in molte altre città italiane. Possiamo provare a percorrere un itinerario nell’Urbe per ammirare alcuni degli edifici progettati dall’architetto Pediconi.

Se si percorre via dell’Amba Aradam in discesa, da Piazza S. Giovanni in Laterano verso Porta Metronia, poco prima di svoltare a destra per prendere via della Navicella, sempre sul lato destro si può ammirare una grande casa, caratterizzata da un lato ellittico che accompagna la curva, l’ultimo edificio della strada prima di svoltare. Quella casa è stata progettata da Giulio Pediconi.

Se invece, da piazza S. Giovanni si scende verso via Merulana si passa davanti all’Ateneo Antonianum, anche questo opera dello studio di Pediconi e Paniconi.

Tornando indietro di qualche kilometro, a Centocelle, da Piazza dei Mirti si arriva alla chiesa di S. Felice da Cantalice. Anche questa è una testimonianza del lavoro dei primi anni dell’architetto Pediconi che firma il progetto, la chiesa fu poi terminata nel 1934.

Sempre a Roma si possono ammirare altre opere dei due architetti menzionate nella voce del Dizionario Biografico di Pediconi: la chiesa della S. Famiglia al Portuense, la chiesa dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, quella di S. Gregorio VII, la parrocchia di S. Giuseppe Cafasso al Prenestino.

Speriamo che questa piccola scoperta possa essere d’interesse per tutti coloro che studiano la vita di questo architetto o le proposte presentate per la costruzione della Pinacoteca Vaticana.

Quella che abbiamo raccontiato oggi è una tra le tante piccole scoperte che avvengono in archivio. Ci auguriamo che sia un’informazione preziosa soprattutto per la famiglia dell’Architetto Pediconi che può conoscere un ulteriore frammento della sua storia e per tutti i romani e non che quotidianamente posano i loro occhi sui palazzi progettati da questo architetto e dal suo collega.