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Il costo della vita nell’Ottocento

Nota delle spese scritta da Raffaele Garrucci SJ - Archivio Storico - Gesuiti, Provincia Euro-Mediterranea

Quanto costava un metro di tela nell’Ottocento? Qual era il costo di scarpe e calzini? Oggi ci occupiamo di alcuni documenti che possono rispondere alle domande legate al costo della vita nel XIX secolo. Ci sono infatti diverse fonti che raccontano, attraverso cifre e voci di spesa, quali fosse il costo di determinati prodotti e servizi.

Le fonti delle comunità sul costo della vita

Nel nostro archivio, ad esempio, si possono consultare libri di spesa compilati dal ministro della comunità.

Nei diari di casa troviamo alcuni riferimenti al costo di alimenti e servizi, ad esempio in occasione del Natale del 1833 a S. Andrea al Quirinale, quando sono distribuite regalie ai professionisti che assistono la comunità: medici e fornitori.

Può capitare però di trovare anche ricevute tra le carte dei singoli gesuiti.

Le fonti di un gesuita

In questi mesi è in corso il riordino del fondo di p. Raffaele Garrucci, famoso numismatico, storico dell’arte, archeologo che ha dato alle stampe oltre un centinaio tra monografie, saggi e articoli frutto dei suoi studi e delle sue scoperte.

Tra le sue carte sono state trovate anche alcune ricevute. Si tratta di alcune note di spesa e conti, alcune risalgono al 1883 gli ultimi anni di vita del gesuita che sarebbe deceduto due anni più tardi.

Da questi documenti capiamo non solo quale fosse il prezzo di determinati prodotti ma anche il costo delle riparazioni, tra le voci infatti troviamo: “Oriuolo aggiustato, 4,50 lire”; sottana nuova 50 lire; colli nuovi di tela finissima, 16,25 lire; scarpe nuove 12.00; 18 metri di tela di lino.

Altre spese fanno riferimento ai materiali utilizzati dal gesuita per il suo lavoro quotidiano: cartoline postali 0.30 lire; incisore […]; 3 biglietti da visita, fotografo, 16.50 lire.

Altre ricevute riportano invece i costi legati al trasporto e al soggiorno fuori dalla comunità, per le necessità di studioso di p. Garrucci.

Una stanza in locanda poteva avere il costo di 22, 91 lire, il trasporto di una cassa, 3 lire, le candele – necessarie per la notte in un’epoca ancora priva di corrente elettrica – 0,75 lire. Garrucci riporta poi i costi del trasporto secondo diverse tipologie di mezzo: vettura, 5 lire; ferrovia 13,60 lire, diligenza 2 lire, cocchiere 1.50.

Conserviamo questa documentazione perché p. Garrucci, come ogni altro gesuita, rendiconta al proprio superiore le spese fatte. Per questo abbiamo liste di spese con titoli eloquenti come “note delle spese fatte nel viaggio in Francia, Spagna e Italia” in cui è riportata inizialmente la voce “denaro ricevuto”, da parte del Superiore, seguita dal bilancio delle uscite.

Il lavoro del ricercatore

Chi studia questa documentazione? Ricercatori interessati alla vita di p. Garrucci, ma non solo.

Questi documenti potrebbero essere utili anche a studiosi che non si occupano della storia dei gesuiti o a tematiche legate alla Compagnia di Gesù. Non è infatti molto facile imbattersi in queste tipologie di fonti, se non in archivi di singole persone o famiglie. Le ricevute infatti sono spesso documenti destinati allo scarto già dal soggetto produttore oppure si disperdono facilmente. Quanti di noi conservano gli scontrini degli ultimi anni? Probabilmente ne abbiamo in tasca e sul fondo della borsa qualcuno che risale appena a qualche giorno fa, teniamo da parte quelli delle spese mediche per la denuncia dei redditi ma anche quelli iniziamo a non conservarli poiché li ritroviamo nel cassetto fiscale.

Per questi motivi molti studiosi che sono interessati a tematiche lontane dalla Compagnia o alla vita di persone non legate ai gesuiti, visitano il nostro archivio traendo informazioni preziose da fonti come ricevute e libri di conto.

Maria Macchi