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Gli aspiranti gesuiti

Abbiamo parlato spesso della vita dei gesuiti, dei padri e dei fratelli e delle rispettive caratteristiche e incombenze, del percorso religioso dei novizi.

Oggi ci soffermiamo però su tutti coloro che hanno avuto l’aspirazione di poter entrare nella Compagnia di Gesù, che hanno fatto domanda, ma che non sono mai diventati gesuiti.

Nel corso della rubrica si è fatta luce su tutto il percorso dei gesuiti, dal noviziato in poi, compresa la possibilità di abbandonare l’ordine.

Le dimissioni possono avvenire in qualunque momento, sono più “veloci” quelle precedenti ai primi voti: i novizi possono comprendere nel corso dei due anni di probazione che la Compagnia di Gesù non sia la loro strada e lasciare il noviziato, senza un iter documentario.

Per chi invece decidesse di lasciare l’ordine dopo i primi voti, è necessario procedere seguendo una serie di passaggi che prevedono relazioni, documenti, l’apertura di un dossier per accompagnare le dimissioni.

Per tutti coloro che rientrano in queste casistiche è stata prodotta e conservata la documentazione reperibile, quasi sempre, nel fascicolo personale.

Tuttavia per tanti novizi che annualmente entravano in noviziato, spesso ne restavano quasi altrettanti fuori perché giudicati non idonei, o privi di alcune caratteristiche.

È più difficile poter delineare le identità di questo gruppo proprio a causa dell’assenza o la scarsità di fonti.

Si sono conservate solo poche carte riguardanti questi aspiranti gesuiti: una lettera per un primo contatto con la Compagnia, alcuni fogli di informazione, il permesso di un genitore per l’ingresso in noviziato, un certificato medico.

Difficilmente conserviamo per un solo aspirante tutti questi documenti. Nei casi più fortunati se abbiamo i fogli di sintesi o dell’esame di vocazione vuol dire che l’aspirante novizio aveva sostenuto già diversi colloqui e spesso questi documenti ci permettono di conoscere qualche dato in più: data di nascita, nome dei genitori, attitudine alla vocazione e i commenti o i giudizi sul suo ingresso espressi dai gesuiti che lo hanno esaminato.

Nei casi in cui si conserva solo una lettera di richiesta d’ingresso si può ipotizzare che il processo sia stato subito interrotto, talvolta sappiamo anche le ragioni perché sono state appuntate in calce alla lettera.

Uno dei casi interessanti è quello di un uomo che chiede di entrare nella Compagnia a 53 anni, non è l’età però il fattore più interessante, quando il fatto che sia sposato, afferma infatti di voler provvedere ad una separazione dalla moglie davanti al Vescovo.

Non sappiamo se anche la moglie volesse intraprendere un percorso di vita religiosa, tuttavia sappiamo che è stato respinto per una ragione diversa: l’età superiore ai 50anni.

Un numero cospicuo di persone che ha dunque intercettato la Compagnia di Gesù e spesso ha intrapreso altri percorsi di vita religiosa o personale dopo aver constatato l’impossibilità di essere accettati dell’ordine.

Più volte l’Istituto Paolo VI impegnato nella pubblicazione del carteggio di Montini, dagli anni del seminario fino all’elezione al Soglio Pontificio, ha contattato il nostro archivio per avere numi su un candidato al noviziato.

La ricerca viene svolta verificando se sia stato aperto un fascicolo, che spesso si rivela scarno, ma anche i diari di casa.

Non era raro che un candidato arrivasse in una residenza per un primo colloquio conoscitivo e se ne segnalasse l’arrivo nella fonte, oppure che fosse accompagnato alla visita medica che poi avrebbe rivelato un’incompatibilità con lo stile di vita della Compagnia di Gesù.

Altre contingenze potevano impedire l’entrata in noviziato, come per Giuseppe Brini, che aveva iniziato i colloqui vocazionali a marzo del 1915, una nota riferisce che “Il parroco […] ce lo presenta come un gioiello dandone le migliori informazioni. Ma non ha passato la leva e forse questo stesso anno se scoppia la guerra vi sarà soggetto”.

                                                                                                                      Maria Macchi