Gesuiti archivisti della Provincia Veneto-Milanese
Proseguono le puntate dedicate agli archivisti che si sono occupati degli archivi delle cinque storiche province. Dopo la romana e la napoletana è oggi la volta di quella Veneto–Milanese.
Nessun archivista nell’Ottocento
Sfogliando i cataloghi della Provincia Veneto–Milanese non troviamo purtroppo il nome di nessun gesuita responsabile dell’archivio, né come custos archivii, né come prefetto per tutto l’Ottocento. Abbiamo notato questa assenza anche per la provincia Napoletana sia nel XIX sia nel XX secolo.
Se è vero che tutte le province avevano subito l’incameramento dei fondi documentari nel 1773, la situazione non è la stessa, per il periodo risorgimentale, per tutte le cinque province. Abbiamo visto nella puntata precedente che la Provincia Napoletana è stato nuovamente depredata dei fondi documentari nel corso del processo di unificazione nazionale.
Nelle province del Nord Italia gli archivi gesuitici subiscono comunque delle perdite tra 1814 e 1861 ma non così gravi come quelle del Sud Italia. Forse il materiale superstite dell’archivio di Provincia non era così consistente da giustificare la nomina di un archivista. Infatti molta documentazione che oggi compone il fondo era all’epoca ancora nelle case dove era stata prodotta, poiché le residenze erano aperte e molti collegi sarebbero stati chiusi solo tra Ottocento e Novecento.
La prima metà del Novecento
La prima menzione di un gesuita di provincia, anche stavolta, arriva molto tardi. Siamo infatti nel 1928 e a Venezia, dove all’epoca aveva sede la Provincia Veneto–Milanese, troviamo il nome di p. Giuliano Cassiani Ingoni, che ha l’incarico di curare l’archivio, non a caso si occupa anche del catalogo della provincia e della rivista “Notizie”. Ogni provincia aveva una propria rivista per pubblicare articoli su opere, apostolati, missioni e necrologi di padri e fratelli.
L’archivio storico della provincia si trovava dunque a Venezia. A differenza della Provincia Romana e della Napoletana che hanno sempre mantenuto la loro storica sede, rispettivamente nella residenza del Gesù di Roma e in quella del Gesù Nuovo di Napoli, quella della Provincia Veneto–Milanese avrà diverse sedi: Venezia, Padova, Verona.
Dal 1941 l’incarico passa a Stefano Corradi che riceve anche la nomina di prefetto della biblioteca. A p. Corradi, nel corso degli anni, viene anche affidata la cura delle “antiquites” cose antiche, in riferimenti a suppellettili, quadri e oggetti di pregio. È tra i padri elencati tra i collaboratori della Provincia ma vive a Gallarate ed è lì che svolte l’incarico di prefetto della biblioteca. Ipotizziamo dunque che il gesuita non si occupasse a tempo pieno dell’archivio storico, vivendo altrove.
P. Cassiani Ingoni è ancora vivo, quando viene sostituito da Corradi, ma è stato destinato a Padova, quindi ipotizziamo che non possa più occuparsi dell’archivio per la sua nuova destinazione.
La Curia, intanto, si è spostata da Venezia a Padova, non conosciamo con precisione la data dello spostamento dell’archivio storico ma possiamo ipotizzare che anche questo si muovesse insieme alla curia almeno per la parte corrente.
L’archivio della Provincia Veneto–Milanese e di quello della Torinese hanno condiviso la stessa sede, Gallarate, per alcuni anni, prima del versamento al nostro archivio storico.
Da metà Novecento alla Provincia d’Italia
L’incarico di archivista sarà affidato, nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta a diversi gesuiti. P. Corradi infatti si occupa dell’archivio fino al 1952 quando è nominato p. Mario Colpo, in qualità di custos archivii. Il gesuita resta in carica fino al 1959.
P. Mario Giomo, nell’immagine in copertina, è il suo successore ha anche lui diversi altri incarichi: è il segretario del Provinciale, prefetto della biblioteca e incaricato della rivista “Notizie”.
Nei primi anni Sessanta l’incarico passa a p. Lorenzo Saggin che ricopre anche l’incarico di segretario del Provinciale, in questo periodo la Curia si trova a Verona ed è probabile che anche l’archivio, ancora una volta abbia seguito la Curia.
I suoi successori, attivi dopo il 1978 verranno ricordati nella puntata dedicata alla Provincia d’Italia.
A differenza della Provincia Romana e Napoletana dove in tutto cinque fratelli si occuparono dell’archivio, con l’incarico di assistente, nella Provincia Veneto–Milanese non ci sono fratelli, segnalati dal catalogo, impegnati in questa mansione.
Archivi delle case
Consultando il catalogo, troviamo anche qualche sparuto riferimento agli archivisti delle singole comunità.
Scopriamo infatti che nel 1941 il p. Saraçi Anton è responsabile dell’archivio del seminario di Scutari, un fondo che però ha subito diverse traversie in seguito all’instaurazione del regime comunista di Enver Hoxha. Il nostro archivio infatti non possiede carte prodotte localmente nelle comunità di Scutari e Tirana, come diari di casa, registri, carte personali dei gesuiti qui deceduti. La documentazione è stata confiscata dal regime e si trova oggi negli archivi di Stato albanesi.
Contemporaneamente, a diverse migliaia di chilometri di distanza, un suo confratello p. Andrea Rondano si prendeva cura dell’archivio della missione in India, a Calcutta.
Nella successiva puntata di questo ciclo ci occuperemo della Provincia Torinese e dei padri e fratelli che hanno lavorato nel suo archivio storico.
Maria Macchi