Le biblioteche dei gesuiti

Spesso i nostri ricercatori sono alla ricerca dei cataloghi delle biblioteche presenti, anticamente, nei collegi e nelle residenze della Compagnia di Gesù. Questi strumenti non si sono conservati ma è comunque possibile capire quali fossero i libri a disposizione di padri e fratelli nelle residenze, nei collegi e nelle opere.
Il Fondo Librario Antico
Molti dei testi che popolavano le biblioteche di collegi e residenze, tra 1540 e 1830, si trovano oggi nel Fondo Librario Antico. Si tratta di un progetto avviato alcuni anni fa dalla Provincia che ha fatto confluire tutti i testi delle antiche biblioteche in tre poli principali: Gallarate, Napoli e Palermo. È possibile consultare l’opac del complesso librario.
Inoltre è stata realizzata una teca digitale nella quale si trovano un centinaio di testi rari, digitalizzati e liberamente consultabili.
In molti di questi libri sono stati trovati documenti e disegni utilizzati come segnalibri.
Rientrano nella definizione di libri antichi tutti quelli pubblicati prima del 1830. Dopo questa data, grazie all’avanzamento della tecnologia e ad un costo minore della materia prima fu possibile pubblicare i libri in centinaia di copie. I testi divennero quindi alla portata di un maggior numero di persone e si parla di libro moderno.
Quando ci riferiamo al Fondo Librario Antico, non parliamo dell’intero patrimonio librario che la Compagnia ha posseduto in Italia. Infatti, a causa della soppressione del 1773 e del processo di unificazione nazionale, le Province hanno perso gli immobili e con loro il patrimonio archivistico e librario, diventato di proprietà dello Stato. Una grande fetta del patrimonio librario italiano conservato nelle biblioteche pubbliche, soprattutto in quelle nazionali, proviene proprio da biblioteche della Compagnia di Gesù. Il Fondo Librario Antico dunque conserva solo una parte dell’antico e vasto patrimonio librario della Compagnia in Italia.
Le biblioteche di residenze e collegi
Nel corso degli anni alcuni ricercatori si sono rivolti al nostro archivio per chiedere di consultare i cataloghi librari delle biblioteche. In realtà questi cataloghi non si sono conservati, e non sono materiale destinato all’archivio ma accompagnano il fondo librario che non è destinato all’archivio storico. Abbiamo infatti qualche elenco di testi, si trova nei fascicoli di residenze e collegi perché la loro biblioteca doveva essere trasferita, incamerata oppure perché i gesuiti avevano deciso di acquistare testi. Ora che il riordino dei fondi è in stato avanzato possiamo dar conto di alcune liste di libri di residenze chiuse da tempo. Tra queste: un elenco di libri e manoscritti esistenti nella biblioteca del noviziato di Cagliari e di Sassari a metà Ottocento, un catalogo dei libri a stampa della biblioteca di S. Ambrogio a Genova dei primi dell’Ottocento; elenchi dei libri della biblioteca del collegio Arici Brescia trasferiti nel momento del suo passaggio alla diocesi, il catalogo dei testi del seminario di Fiume.
Non si tratta di cataloghi strutturati ma di liste di testi, come quella che abbiamo scelto di approfondire nella puntata di oggi riguarda la biblioteca del ricreatorio S. Giuseppe. Prima di leggere insieme quali fossero i testi a disposizione dei ragazzi del ricreatorio soffermiamoci brevemente sui luoghi che ospitavano le biblioteche.
Nei fondi archivistici di collegi e residenze possiamo trovare anche carte riguardanti la costruzione o l’ammodernamento delle biblioteche: costruzione di spazi idonei, ordini di scaffalature e di testi richiesti per l’apostolato. Inoltre nei fondi fotografici si trovano foto delle biblioteche allestite nei collegi o nei noviziati.
In questo modo è possibile oggi vedere dove fosse collocata la biblioteca di un collegio o di una residenza e come fossero organizzato l’ambiente per lo studio.
La biblioteca del ricreatorio S. Giuseppe
Il ricreatorio S. Giuseppe fu fondato da p. Strickland a inizio Novecento. Tra le carte prodotte dall’opera troviamo anche un catalogo di libri della biblioteca a disposizione dei ragazzi.
Sappiamo da altre fonti che i gesuiti acquistassero frequentemente del materiale per le attività destinate ai ragazzi, nei collegi ma anche nelle scuole di religione – palloni, oggetti di scena per il teatro, affitto di strumenti musicali – tuttavia negli inventari di beni o nei registri delle spese raramente si trova il dettaglio dei libri acquistati: mancano i titoli e gli autori.
È particolarmente interessante questo catalogo perché possiamo leggere quali fossero i libri disponibili per i ragazzini del ricreatorio e anche in quante sezioni fosse diviso il patrimonio librario.
Cosa leggevano i ragazzini del ricreatorio?
Svolgendo qualche ricerca a partire da questo piccolo catalogo di libri, si fanno scoperte interessanti. Non mancano le autrici, come Maria di Gardo che firma i romanzi: “La via dolorosa”, “Ines”, “Amore ed arte”, “Brutta!” o come Edvige Sandrinelli “Luci dell’anima” – molti di questi pubblicati nella collezione Biblioteca romantica Speirani – o ancora i romanzi di Gemma Giovannini: “L’ultima rosa”, “Dopo un verdetto”, “Predestinata”, “Il tesoro”. Ci sono poi le opere di Amalia Rossi “In casa d’altri”, oppure “L’istitutrice del Baronetto Inglese” di Flavia Steno. Tra i racconti è registrato “Le tentazioni” di Grazia Deledda. Sono necessarie ulteriori ricerche per capire se i testi siano frutto di una donazione o appositamente acquistati dai gesuiti per la biblioteca.
Troviamo alcuni testi che ancora oggi sono presenti nelle librerie e che molti di noi hanno letto nella loro infanzia: Salgari, in biblioteca i ragazzi avevano “Il re della montagna”.
Il piccolo catalogo censisce più di 250 opere tra libri, racconti, novelle e riviste divise in diverse categorie: romanzi, viaggi di avventure, morale, etica, attualità, storia, didattica, biografie, ascetica, dogmatica, mistica, bozzetti, lingue, logica, matematica, agricoltura. Insieme alle fotografie, alle riviste “L’eco del ricreatorio” e l’Angelo del Focolare” questo catalogo ci permette di conoscere più da vicino la quotidianità dei ragazzi. Ci auguriamo che in futuro qualcuno si interessi alla storia di questa biblioteca e possa scoprirne la genesi e la fruizione da parte dei suoi utenti.
Le biblioteche itineranti
Oltre alle grandi biblioteche di noviziati, collegi e residenze sono esistite anche le cosiddette biblioteche itineranti. Si trattava di libri di intrattenimento, romanzi di formazione o con finalità pedagogiche a disposizione di gruppi di operai, membri di confraternite o quartieri che non aveva una sede stabile ma che appunto poteva spostarsi.
Ne abbiamo trovato traccia, ad esempio, nel giornalino dell’Istituto Massimo. Al momento la documentazione archivistica ancora non ha restituito materiale in merito, ma è possibile che ulteriori informazioni su questa attività dei ragazzi siano nelle historiae domus, nei diari di casa e nella corrispondenza dell’istituto, il cui fondo è nel nostro archivio storico. Questo particolare aspetto delle biblioteche dei collegi merita ulteriori approfondimenti da parte dei nostri ricercatori.