Appunti spirituali, omelie, scritti: testimoni della spiritualità ignaziana
La Parola comunicata attraverso le parole: discorsi, omelie e appunti per gli esercizi spirituali sono l’eredità del lavoro di molti padri gesuiti, apprezzati predicatori.
Nel nostro archivio storico si conservano diversi metri lineari di documentazione spirituale.
Infatti in ogni fondo di Provincia, Veneto- Milanese, Torinese, Romana, Napoletana, si conserva la serie degli scritti personali dei gesuiti membri di quella provincia.
Anche se non per tutti i gesuiti vissuti nella Compagnia dal 1814 in poi, si sono conservati tutti gli scritti, abbiamo diversi piccoli fondi personali che raccolgono gli scritti di questo tipo.
Le omelie, gli appunti spirituali per esercizi guidati, gli scritti personali contenenti riflessioni elaborate durante gli esercizi, costituiscono una fonte molto preziosa non solo per gli storici ma per gli stessi padri della Provincia.
Si tratta di materiale ancora poco studiato ma che potrebbe aiutare non solo a ricostruire una storia della spiritualità ma a conoscere anche pensiero, apostolato, fede profonda di tanti gesuiti spesso meno noti, o conosciuti per altri servizi resi alla Chiesa.
Alcuni padri come Giuseppe Massaruti hanno fedelmente conservato le loro omelie, oggi se ne contano più di cento. P. Massaruti è stato un professore di lettere presso l’Istituto Massimiliano Massimo, molto apprezzato per il suo insegnamento ma anche con un grande carisma che si esprimeva nelle congregazioni mariane e nella liturgia della parola.
Altri padri hanno tenuto dei veri e propri diari spirituali che oggi possono offrire ai gesuiti inediti spunti di riflessione su diversi temi dalla teologia al Vangelo: la figura della Madonna, il Santissimo Cuore di Gesù, la castità, la fede.
Gli scritti spirituali più antichi conservati dal nostro archivio storico sono quelli di S. Francesco de Geronimo, circa 125 carte. Tra queste anche delle istruzioni per lo svolgimento degli esercizi spirituali, di cui la nostra rubrica si è già occupata lo scorso anno.
Non ci sono soltanto appunti di spiritualità raccolti in numerosi diari, talvolta l’essenza del pensiero gesuitico è raccolta in semplici poesie e componimenti, come quello di p. Giovanni Bigazzi, che riportiamo qui di seguito:
Il mio penare è una chiavina d’oro,
piccola, ma che m’apre un gran tesoro.
E’ croce, ma è la croce di Gesù:
quando l’abbraccio non la sento più.
Non ho contato i giorni del dolore,
so che Gesù li ha scritti tutti nel suo cuore.
Vivo momento per momento, e allora
il giorno passa come fosse un’ora.
Mi han detto che, guardata dal di là,
la vita tutta un attimo parrà.
Passa la vita, vigilia di festa,
muore la morte… il Paradiso resta.
Due stille ancora dell’amaro pianto,
e di vittoria poi l’eterno canto.
Maria Macchi