Echi di guerra, oggetti e testimonianze
Nel corso del riordinamento dei Fondi della Provincia Veneto-Milanese e della Provincia Torinese, emergono quotidianamente testimonianze dal passato, non solo relative alla storia della Compagnia ma anche alla nostra storia nazionale.
Molta della documentazione conservata nei fascicoli personali riguarda spesso i carteggi dei gesuiti cappellani militari al fronte, si tratta di lettere completamente inedite che si soffermano sulla vita dei soldati assistiti e sulla quotidianità al fronte. Oltre a questo tipo di documentazione “tradizionale”, sono stati rinvenuti anche diversi oggetti.
Quello che vedete in fotografia è una piccola piastra in metallo che contiene al suo interno alcuni documenti, in un formato ridotto.
La piastrina veniva indossata – legata al collo – dai soldati durante la Grande Guerra.
Potrebbe essere definito come l’antenato delle targhette in metallo che l’esercito avrebbe adottato nei decenni successivi e che a volte ancora oggi portano i soldati nelle missioni in territori di guerra.
La targhetta non solo era indispensabile per il riconoscimento del cadavere del soldato, facilitandone l’identificazione, ma poteva essere utile molto prima del suo decesso.
In caso di ferimento infatti, nella documentazione inserita nella fibbia di metallo si potevano reperire informazioni importanti relativamente al gruppo sanguigno, alle vaccinazioni fatte, eventuali problematiche mediche note.
La piastra è in buono stato di conservazione ed ha protetto la documentazione al suo interno che fortunatamente non è servita per l’identificazione del proprietario: il gesuita che la indossava è tornato dal fronte, per poi lasciare la Compagnia alcuni anni più tardi.
La targhetta è conservata nel suo fascicolo personale.
Dai fascicoli personali emergono inoltre numerose le medaglie assegnate ai soldati, prima che questi entrassero nella Compagnia di Gesù, come riconoscimento per la partecipazione alla guerra.
Nella seconda foto è possibile osservare la medaglia in bronzo, assegnata a Cesare Bulla, per la partecipazione alla prima guerra mondiale, allegata all’attestato di riconoscimento.
L’iscrizione sul recto della medaglia recita “coniata nel bronzo nemico”: la sottrazione di materie prime, metalli e risorse fu una delle dure condizioni imposte alla Germania, uno dei paesi sconfitti durante la prima guerra mondiale.
Maria Macchi