Le esposizioni missionarie: accorciare le distanze tra missioni e fedeli
Nel corso dell’Ottocento e oltre la prima metà del Novecento erano molte diffuse le cosiddette “esposizioni missionarie”, che costituivano spesso l’unica occasione per i fedeli di poter vedere oggetti o fotografie delle missioni e di luoghi esotici.
Venivano realizzate per poter ottenere elemosine e investimenti da poter destinare alle missioni stesse ma anche per accorciare la distanza tra i fedeli di diverse parti del mondo, dove i gesuiti operavano.
Esse consistevano nell’allestimento di vere e proprie mostre fotografiche e di prodotti dell’artigianato locale, che testimoniassero sia la cultura dei popoli sia l’aiuto che la missione prestava attraverso la costruzione di scuole, infrastrutture, case.
Le esposizioni missionarie non erano però soltanto un mezzo per poter ricevere finanziamenti ma anche uno strumento che consentiva agli europei di conoscere culture, terre e popolazioni molto diverse in assenza di mezzi di comunicazione come la televisione, i social network e con la possibilità di raccontare un mondo sconosciuto attraverso disegni, fotografie e immagini e oggetti direttamente provenienti da quelle terre lontane e spesso molto suggestivi, come gli animali impagliati che vedete nelle fotografie a corredo di questo approfondimento.
Molti gesuiti, da ogni provincia della Compagnia di Gesù, facevano richiesta per partire alla volta delle missioni, direttamente ai propri superiori e al p. Generale. Attraverso le esposizioni missionarie si cercava anche di far breccia nella vocazione di giovani sacerdoti per cercare altri confratelli da destinare alle missioni.
Le cinque storiche province italiane avevano missioni in tutto il mondo: dalle fredde terre del Canada, a quelle tropicali di Bahia in Brasile, dalla lontana India, fino all’oriente più estremo come l’estesa Cina.
Cosa ci resta delle esposizioni missionarie?
Moltissimo, anche se non tutto negli archivi della Compagnia di Gesù.
Per chi volesse ammirare opere d’arte, manifattura di provenienza missionaria ed i cimeli, uno dei principali musei di riferimento è quello dei Musei Vaticani, dove si conservano collezioni riferite a mostre allestite tra Ottocento e Novecento in specifici padiglioni.
Un piccolo viaggio nelle esposizioni missionarie lo si può compiere anche grazie alla documentazione d’archivio: si conservano infatti molte fotografie, come quelle che mostriamo oggi, soprattutto presso l’ARSI, l’archivio centrale della Compagnia di Gesù.
Maria Macchi